Le Uoc vengono ridotte del 38% con un taglio di 648 unità dirigenziali. Il Presidente ha confermato l’uscita dal commissariamento entro il 2015, con nuove assunzioni e la stabilizzazione di 600 persone. “Obiettivi che riusciremo a raggungere nonostante il mancato incremento del Fsn per il 2015″, ha garantito il coordinatore della Cabina di regia, Alessio D’Amato
“Oggi apriamo un nuovo capitolo che consentirà di sbloccare risorse per il personale e chiudiamo la stagione del feudalesimo nella sanità laziale”. Ha utilizzato toni entusiastici il governatore Nicola Zingaretti per battezzare, nel corso di una conferenza stampa, l’approvazione degli atti aziendali di Asl e Aziende Ospedaliere, avvenuta dopo le audizioni in Commissione Salute che si sono succedute nelle scorse settimane.
“Erano fermi dal 2008 – ha ricordato il presidente della Commissione, Rodolfo Lena – Apriamo quindi una pagina nuova e imprescindibile per il nostro sistema sanitario. Ma non ci fermiamo qui: il lavoro dei direttori generali sarà monitorato costantemente e per i prossimi mesi sono già previste nuove audizioni di verifica”.
Gli atti sono stati elaborati in base ai criteri fissati dal decreto Balduzzi, seguendo quindi il rapporto di 17,5 posti letto per ogni unità operativa complessa (Uoc) dei presidi ospedalieri. Per quanto concerne le strutture non ospedaliere il benchmark è invece di una unità ogni 13.515 abitanti.
Nel complesso le Uoc subiscono una robusta cura dimagrante, pari al 38%: scendono da 1.774 a 1.090, con un taglio netto di 648 unità dirigenziali e risparmi preventivati per 20 milioni di euro. Il nuovo corso si adegua inoltre allo Statuto di Roma Capitale, adeguando gli ambiti territoriali dei distretti delle Asl Rma, Rmb, Rmc, Rme in ragione degli accorpamenti dei municipi e della loro riduzione da 15 a 19. Saranno quindi individuati meccanismi di integrazione e di coordinamento interdistrettuale, con la possibilità di costituire distretti interaziendali e di stipulare intese tra aziende confinanti.
Tra gli atti approvati, risulta assente quello della Rma perché entro la fine dell’anno verrà definito l’accorpamento con la Rme che determinerà la creazione di una nuova Azienda di area vasta che sarà tra le più grandi in Italia per numero di residenti.
“Siamo riusciti a sanare tutte le inadempienze nate negli anni 2011 e 2012 – ha sottolineato Zingaretti – ed entro il 2015 daremo il via a nuove assunzioni e alla stabilizzazione delle prime 600 unità. Tutto ciò è reso possibile da un’oculata politica di programmazione”. Una boccata d’ossigeno per gli organici della sanità sembra in effetti non più rinviabile, come evidenziano alcuni dati eloquenti forniti nel corso della conferenza: dal 2007 a oggi sono state perse oltre 8mila unità, emorragia che è stata fronteggiata con il ricorso a oltre 2mila contratti a tempo determinato. E così la forza lavoro in sanità ha subito un progressivo invecchiamento: il 35% presenta un’età media di oltre 54 anni.
“Un’inversione di rotta che si basa su una nuova gestione delle finanze – ha spiegato Alessio D’Amato, coordinatore della Cabina di regia per la sanità – Basti pensare che nel 2008 il disavanzo ero di 1,7 miliardi e il preconsuntivo per il 2014 lo abbassa a 400 milioni. E ora, grazie ai nuovi atti aziendali, possiamo finalmente incidere sulle dotazioni organiche”. Le novità riguardanti il personale “non risentiranno comunque delle scelte adottate a livello nazionale – ha garantito – e almeno per il 2015 il mancato incremento del Fsn non inciderà sugli obiettivi già fissati e lagati all’uscita dal commissariamento”. Per il 2016 “ci auguriamo invece che l’asticella non venga ulteriormente elevata”. (Fonte: Quotidiano Sanità)