GIÙ LE MANI DAI DIRITTI! GRAZIE ALL’IMPEGNO DELLO SMI SI RAFFORZA LA VERTENZA PER IL RICONOSCIMENTO ECONOMICO DELLA SPECIALIZZAZIONE PER I MEDICI CHE SI SONO FORMATI DAL 1982 AL 1991
Sui diritti non si gioca! Grazie ad un’incessante attività sindacale e legale dello Smi, in questi mesi si fa sempre più forte la speranza di giustizia per tutti quei medici che ingiustamente non hanno avuto alcun compenso per gli anni di specializzazione dall’1982 al 1991. Mettiamo, però, da parte i proclami, le improbabili promesse e diciamolo pure, le dichiarazioni ad effetto di chi mette in risalto le sentenza favorevoli e si scorda, invece, di quelle negative, facendo così un pessimo servizio agli interessati e vanificando l’impegno di chi in questa decade ha fatto della difesa dei camici bianchi un obbligo morale e politico.
Dopo le vittorie dinanzi al TAR ed al Consiglio di Stato che hanno consentito e diverse centinaia di medici di percepire l’adeguata remunerazione, anche nei Tribunali ordinari di primo grado, finalmente si fa strada un orientamento, seppur ancor minoritario, ma fortemente innovativo. Semplice ma dirompente: nessuna prescrizione può scattare fintanto che una direttiva comunitaria su una materia specifica non venga recepita integralmente nel nostro ordinamento.
Se si afferma questo principio lo Stato non può accampare alcune pretesa prescrittiva nei confronti del medico specializzato. Tutto ciò vale anche per quei professionisti che non hanno fatto niente sino ad oggi per partecipare a questa vertenza.
La Cassazione ha già riconosciuto la natura, in senso lato, contrattuale dell’obbligazione, facente carico allo Stato, di retribuire i medici per gli anni di specializzazione, quindi il termine di prescrizione, laddove ritenuto esistere, ha durata decennale, e non quinquennale, e decorre dalla data del conseguimento della specializzazione (altre pronunce lo fanno decorrere dalla data di attuazione della direttiva, agosto 1991).
Questo significa, che per poter far valere oggi le proprie richieste, il medico può utilizzare un atto di messa in mora fatto da questo sindacato a suo tempo, e via via rinnovato al fine di “mantenere vivo il diritto”.
Lo SMI dimostra così ancora una volta di essere in prima linea a fianco dei medici, con buone speranze di poter vincere definitivamente questa battaglia. Tutto il resto di cui si sente parlare in alcune pagine internet e con annunci sui giornali sono imitazioni, di cui diffidare.
Lo SMI ha, quindi, in corso una nuova azione, cui possono aderire anche coloro che in passato si sono già avvalsi dell’assistenza dello stesso. Per tutte queste ragioni invitiamo ogni iscritto dello Smi a farsi promotore di una campagna di informazione e contattare tutti quei colleghi che si trovano in questa situazione, invitandoli a chiamare la sede nazionale per ulteriori approfondimenti al fine della partecipazione all’iniziativa giudiziaria che sarà avviata entro il 28 febbraio 2011