Smi-Fvm Lazio: No all’immediato accorpamento della Asl RmB e RmC. Subito un incontro con il Presidente Zingaretti

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Lo Smi-Lazio aveva già espresso criticità in merito all’accorpamento delle Asl RmB e RmC, come previsto dai numerosi DCA redatti dal 2007 in poi. Purtroppo, la chimera di un risparmio della spesa complessiva della sanità del Lazio, legato ad una esasperata ed incomprensibile esterofilia regionale ha visto, dal 2007, una lenta ed inesorabile riduzione dell’offerta sanitaria pubblica a vantaggio della sanità privata accreditata.

Pertanto, il Ssr, è stato progressivamente smantellato; prediligendo un sistema di esternalizzazione dei servizi sanitari a strutture accreditate. Ciò ha comportato una drastica riduzione del personale medico e dell’intero comparto della sanità pubblica, riducendo sia il numero del personale in rapporto alla popolazione, sia il numero dei servizi offerti generando, così, una fuga dei cittadini verso il privato accreditato.

Tale sistema, già mal gestito dalle attuali Asl, in che modo potrà essere razionalizzato oggi – sic et simpliciter – con la Regione che decide di accorpare Asl che, da sole, rappresentano intere Regioni d’Italia? Perché, dunque, questa fretta di accorpare la Asl RmB e RmC? Come immaginare un modello toscano applicabile nel Lazio, se tutta la popolazione della Toscana non raggiunge la popolazione residente di Roma? Quali i criteri che l’amministrazione intende adottare al fine di mantenere, se non migliorare, il sistema sanitario della nostra Regione? Infine, quali garanzie per gli ospedali ed il personale delle Asl e quale chiarezza sui nuovi azzonamenti distrettuali? E il tutto mentre deve ancora trovare chiarezza la riorganizzazione dell’assistenza territoriale, con annessa integrazione tra ospedale e territorio, che dovrà fare i conti con ulteriori incertezze e confusioni.

Senza dimenticare che, nel contempo, si è dato il via – in maniera unilaterale – ad esperienze bizzarre di gestioni territoriali, proprio su indicazione della regione Lazio (See&Treat e altri vari progetti non condivisi, su ipotetiche emergenze influenzali). Nonchè ad aperture mai verificate, nella operatività, di Case della Salute (CdS), che altro non sono che normali e preesistenti ambulatori territoriali, (nella migliore delle ipotesi ristrutturate a caro prezzo!). Nessuna concertazione, quindi, ma neanche consultazione delle parti sociali interessate per cercare un confronto costruttivo in merito alla decisione di accorpare le due Asl. Per tale motivo, Smi/Fvm Lazio chiede un incontro urgente con il Presidente Zingaretti, per evitare il disfacimento completo del Ssr che indurrà l’interesse, da parte di soggetti sindacali ben noti, a concorrere per creare le migliori condizioni per impostare un sistema sanitario esternalizzato e di gestione economica delle cure, direttamente nelle mani di cooperative e iperconsorzi.

 

Francesco Nardacchione, dirigenza medica SMI/FVM RMC

Floriana Riddei, responsabile aziendale RMC

Cristina Patrizi, responsabile aziendale RMB

Claudio Compagnoni, dirigenza medica SMI/FVM RMB