“Finalmente i vertici della regione Lazio hanno convocato tutti i Sindacati della sanità per affrontare l’annosa questione del DPCM, concordato nel 2013 con il ministero della Salute, con il Mef e con la F.P.”, ha affermato Francesca Perri vice-segretario regionale Smi Fvm-Lazio. Secondo la Sindacalista: “Il DPCM appena recepito dalla Regione, non è la soluzione ottimale per tutti i medici precari, ma almeno è un segnale positivo per una parte di professionisti con contratto a tempo determinato e, in particolare, per coloro che, lo scorso 31 ottobre 2013, hanno maturato 3 anni di servizio, anche se discontinuo”.
Quindi, Francesca Perri, sottolinea: “Per questi colleghi è prevista una riserva di posti del 50% delle possibilità assunzionali da parte delle Regioni in piano di rientro. E il Lazio è una di queste. Ora si tratterà di mettere in pratica quel DPCM, tenendo presente che molti medici hanno già partecipato ad un Concorso pubblico e che si trovano in graduatoria in posizione utile. Il tutto da attuarsi entro il 2015, con un impegno preciso della Regione”. Altro punto degno di nota, aggiunge la Sindacalista, “riguarda tutti i precari della sanità, sia medici che infermieri, i quali verranno riconfermati fino al 31 ottobre 2018, proprio come stabilito dal DPCM”.
Rimane in stand-by il problema dei contratti atipici su cui la Regione incentrerà la riunione del prossimo 29 luglio, coinvolgendo tutte le sigle sindacali. “Non possiamo accettare che professionalità acquisite vadano perse per motivi burocratici legati al blocco del turn-over, la nostra battaglia è diretta in questa direzione”, hanno aggiunto Paolo Marotta, segretario regionale Smi-Lazio e Gianmarco Polselli, presidente regionale Smi-Lazio. I Sindacalisti si dicono, infatti, fiduciosi in quanto “qualcosa comincia a muoversi; probabilmente anche in vista del Giubileo. Per altro si prospetta l’uscita dal Commissariamento entro il 2015. Questo, ovviamente, potrà portare benefici per tutta la sanità regionale, con possibile soluzione all’annoso problema del precariato”.