Il collega Ermanno De Fazi invia un suo breve commento alla relazione di Filippo Palumbo, Capo Dipartimento Qualita’ del Ministero della Salute, in occasione del Consiglio Nazionale SMI tenutosi a Tivoli. Nell’ambito dei lavori svolti dal Consiglio Nazionale S.M.I., riunitosi a Tivoli (RM) il 18 – 20 febbraio scorso, la discussione si è concentrata sul nuovo Piano Sanitario Nazionale 2011 – 2013 presentato da Filippo Palumbo, Capo Dipartimento Qualità del Ministero della Salute.
Pur non costituendo la nostra “controparte”, come giustamente ha sottolineato Salvo Calì, il dott. Palumbo ha offerto alcuni spunti di riflessione su quelli che, almeno in teoria, potrebbero essere le linee di sviluppo del nuovo assetto organizzativo della sanità pubblica, con particolare riguardo alla equa distribuzione delle risorse e al rilancio della medicina territoriale.
Il discorso può essere riassunto in tre concetti chiave:
1) la necessaria disponibilità di un welfare efficiente, che funga da catalizzatore sia per la promozione della salute che per la prevenzione;
2) la risoluzione dell’inappropriatezza organizzativa mostrata dal Sistema delle Cure Primarie;
3) un maggiore coraggio contrattuale da parte dei medici dipendenti e convenzionati.
Sul primo punto, si dovrebbe ricordare che il Ministero della Salute è stato “scorporato” dal neonato Ministero del Welfare proprio nel corso della attuale legislatura, rendendo inefficaci i suggerimenti dell’Unione Europea in materia di integrazione dei servizi socio-sanitari.
Riguardo al secondo punto, l’inappropriatezza organizzativa delle Cure Primarie è il frutto dell’inosservanza di fondamentali principi deontologici, già segnalati dal nostro sindacato e in particolare dalla Segreteria SMI-Lazio, in disaccordo con gli istituti contrattuali del ACN 2009.
Che dire, infine, del coraggio contrattuale? Non ne abbiamo mostrato a sufficienza? Possiamo ritenere che il coraggio, portato alle sue conseguenze estreme, finirà per assumere il carattere scenografico dell’atto di eroismo.
Noi tutti sappiamo quale fu la sorte di Enrico Toti nel momento in cui lanciò, contro il nemico, l’ultima delle due stampelle a sua disposizione! Per nostra fortuna, e per merito dello SMI, abbiamo da tempo evidenziato tutte le criticità attuali e future del Servizio Sanitario e dell’area convenzionata, la cui attenta valutazione e le possibili soluzioni attengono esclusivamente all’ingegno della classe medica, non alla irrevocabile fedeltà del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale verso la classe politica, spesso disattenta ai nostri suggerimenti.