Non si sbocca la paralisi nel confronto tra le parti. Per la Regione negli ultimi anni è stata registrata “una contrazione degli accessi legati ad una riorganizzazione e all’utilizzo di nuove tecnologie”. I sindacati replicano: “Conseguenza dei tagli”. E la Cgil annuncia: “Dal 28 settembre al 3 ottobre bloccheremo a oltranza tutti i servizi”.
Fumata nera al termine dell’incontro di ieri tra Regione e sindacati relativo al bando per il Cup. Confermato, quindi, lo sciopero del 21 settembre: le parti non sono riuscite a sciogliere i principali nodi in campo. L’amministrazione regionale ha manifestato disponibilità per garantire “la salvaguardia dei livelli occupazionali, con particolare riferimento alle categorie più svantaggiate”. Tuttavia ha evidenziato che “il servizio di prenotazione negli ultimi anni ha registrato una contrazione degli accessi legati ad una riorganizzazione e all’utilizzo di nuove tecnologie”.
Di tutt’altro avviso Mauro Mastropietri, membro della segreteria Cgil Fp Roma e Lazio e responsabile sociosanitario assistenziale educativo. “Dalla Regione parlano di calo delle prestazioni, ma il quadro che hanno delineato è impreciso e frammentario – replica – La diminuzione è ovviamente legata ai tagli e, comunque, nel conteggio non hanno considerato l’attività intramoenia”. Nel complesso “l’incontro è stato negativo, non sono stati in grado di rispondere in merito alle questioni dirimenti. E’ così confermato lo sciopero del 21 settembre e – annuncia – dal 28 al 3 ottobre bloccheremo a oltranza tutti i servizi”.
Dura anche la posizione espressa da Giovanni Torluccio, segretario generale della Uil Fpl. “Non possiamo che esprimere solidarietà ed il nostro pieno sostegno ai circa 2000 lavoratori che vivono l’incubo di perdere il posto di lavoro. Troviamo assurdo infatti che sia una istituzione come la Regione Lazio a creare disoccupazione; oltre 300 lavoratori con mutui, affitti da pagare e figli da mantenere saranno messi per strada”. “A questi tagli – prosegue- prospettiamo un ulteriore taglio del personale a seguito della rinegoziazione del 5% dei contratti in essere, previsto dalla Legge 125/2015 di conversione del D.L. 78/2015, segno ormai di una politica nazionale e regionale incentrata solamente sui tagli e sulla riduzione dei servizi a danno dei cittadini. Come definire quello che è successo Lunedi 14 Settembre, con alcuni lavoratori Cup (con patologie gravi e non) incatenati sotto la Regione Lazio in segno di protesta, se non macelleria sociale?”.
La Regione, da parte sua, confida ancora in una soluzione pacifica della vicenda. “ Rimane la disponibilità dell’amministrazione regionale e dunque il tavolo resta aperto per discutere eventuali proposte delle organizzazioni sindacali in questa direzione ed evitare inutili disagi per i cittadini ed un clima di esasperazione tra i lavoratori. I numeri sugli esuberi annunciati da alcuni esponenti dell’opposizione, infatti, sono fuori da ogni logica e comunicati solo per creare allarmismi. Come avvenuto in altre occasioni anche questa volta – auspica – con lavoro e senso di responsabilità, si potranno evitare impatti negativi sull’occupazione”. (Fonte: Quotidiano Sanità)