Una fase di stallo pericolosa. Nessuna nomina – per non correre rischi –ma anche una non dichiarata paralisi amministrativa e gestionale nelle Asl e nelle aziende ospedaliere. Chi si assume la responsabilità di prendere provvedimenti di sostanza, di qualsiasi tipo, se sa di essere sul piede di partenza? Il fenomeno inverso, quelle delle nonime, delle promozioni dell’ultima ora è prassi appunto degli ultimi giorni di governo. Quindi tutto fermo. E ci potrebbero volere dei mesi per ripartire. Ricordiamo che non si tratta di spostare questo o quel dirigente, si tratta di cambiare faccia a mezza sanità laziale. Frosinone, Viterbo, S.Andrea, Ifo, Spallanzani, RmB, RmC, Ares 118, Latina. Un terremoto. Con una incognita in più: chi gestirà questa rivoluzione, chi la accompagnerà, correggendo passo passo gli errori? Con la rimozione della Dssi – personaggio chiave della politica e del potere sanitario laziale – si apre un vuoto proprio al centro. Servirebbe una persona capace di pilotare una operazione complessa sia dal punto di vista amministrativo che da quello politico. Non c’è all’orizzonte. A meno che il vero playmaker, l’ispiratore, non sia Giovanni Bissoni, sub commissario governativo. Immanente, dicono, anche se non compare mai. Non è un tecnico qualsiasi, è un politico con tessera in tasca e delle idee ben precise. E se dovessimo scoprire che Zingaretti è etero diretto? (Fonte: Online News)