Roma, scatta il piano ospedali: «Pronto soccorso liberi per il rischio attentati»

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La Regione richiama i dg: «Stop sovraffollamenti in corsia In caso di emergenza trattare 300 feriti gravi in mezz’ora»

Alla voce sicurezza domani parte un cambiamento importante: alle 11.30 sarà attivata a Roma la centrale del 112, numero unico per le emergenze che andrà gradualmente a sostituire tutti gli altri. In Europa è normale, in Italia il numero unico c’è solo a Milano. Ancora: per il Giubileo, ma ancora di più dopo gli attentati di Parigi, la Regione ha richiamato i direttori di tutti gli ospedali. «Evitate che i pronto soccorso siano ingolfati da pazienti in attesa sulle barelle». Roma, in caso di una grande emergenza, non si può permettere di avere pronto soccorso nel caos, perché troppi malati stanno aspettando il ricovero. Per domani Zingaretti ha convocato i direttori generali a cui darà un ultimatum: liberate i pronto soccorso, trovate i posti letto. Infine, dopo i fatti di Parigi, tutti i grandi ospedali romani stanno rivedendo i Peimaf (piani emergenza interna per un massiccio afflusso di feriti), perché tutti – dai medici agli infermieri – devono sapere cosa fare dopo un attentato.

Come reagirebbe Roma se succedesse un evento come quello di Parigi, con centinaia di feriti, anche molto gravi, da soccorrere in tempi rapidi? Speriamo di non doverlo mai scoprire, ma ieri nel vertice convocato dal prefetto Franco Gabrielli, con Regione e Comune, si è parlato anche di questo. Nicola Zingaretti, governatore del Lazio: «Entro l’8 dicembre la ristrutturazione dei pronto soccorso sarà completata, non ci saranno ritardi nei dodici cantieri».

IL PIANO
Sarà però rivista e migliorata la macchina delle emergenze: il piano operativo per la sanità prevede che i pronto soccorso romani possano trattare, nella prima mezz’ora dopo un ipotetico attentato, almeno 300 codici rossi. (Fonte: Il Messaggero)