Lazio: Curare Con cura, sanità più accessibile per i disabili non collaboranti

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E’ stato inaugurato questa mattina il servizio “Curare con cura”, un progetto sperimentale di assistenza socio-sanitaria per le persone disabili non collaboranti promosso da Regione Lazio, ASL RMC e Ipab IRAS in collaborazione con l’Associazione Genitori ex Anni Verdi. Sede del servizio è il Centro ambulatoriale integrato polispecialistico della ASL RM C “Santa Caterina della Rosa” di Roma, nel quartiere Prenestino. Da oggi le persone portatrici di disabilità complessa e le loro famiglie avranno a disposizione un servizio di facilitazione all’accesso ai servizi sanitari e di accompagnamento lungo tutto il percorso assistenziale all’interno del centro “Santa Caterina della Rosa”. Nella struttura della ASL RM C è stata allestita una centrale operativa con la duplice funzione di centralino e di punto di accoglienza, per aiutare  il paziente e chi lo assiste nella prenotazione delle prestazioni sanitarie. Inoltre, operatori specializzati accoglieranno la persona disabile e la famiglia e li accompagneranno  per tutta la loro  permanenza nella struttura: si tratta dei “patient manager”, una sorta di “mediatori” tra i bisogni della persona assistita e il sistema sanitario. Ogni persona disabile avrà a propria disposizione un operatore costantemente raggiungibile e disponibile a trovare tempestivamente le soluzioni più idonee alle proprie esigenze di cura, comprese le eventuali urgenze e la necessità di prestazioni aggiuntive.

Sono circa 1.800 le persone disabili non collaboranti che risiedono nel territorio della ASL RM C: si stima che entro 12 mesi il progetto le coinvolgerà tutte, con un’erogazione complessiva di 3600 ore di assistenza da parte dei patient manager e oltre 22mila ore di lavoro supplementari dei servizi sociali territoriali. Il servizio costa 250mila euro all’anno ed è interamente finanziato dall’Ipab IRAS.

“Curare con cura” è un progetto sperimentale: l’obiettivo, – spiega il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – è quello di costruire un modello di assistenza socio-sanitaria integrata da esportare in tutte le Asl del Lazio: la Regione effettuerà nei prossimi tre anni un monitoraggio semestrale del servizio in modo tale da metterlo a punto e replicarlo in tutte le nostre Case della salute. Si tratta di un altro tassello importante del nostro percorso di risanamento della sanità e di rinnovamento delle politiche sociali regionali”.

“E’ paradossale che proprio chi ha più bisogno del servizio sanitario faccia più fatica ad accedervi – spiega l’assessore regionale alle Politiche sociali, Rita Visini – Il senso del nostro progetto è proprio quello di rendere più semplice e fruibile il percorso di assistenza a quelle persone, come i disabili non collaboranti, per le quali anche effettuare un esame diagnostico banale costa più fatica e disagio che per gli altri. Chi vive una condizione di fragilità grave deve essere messo in condizione di vedere rispettato il proprio diritto all’assistenza”. (Fonte: Agenzia Parlamentare)