Dopo il caso De Matteis, il medico di famiglia calabrese (e vice presidente dello Smi) perseguito dall’Agenzia delle Entrate per il mancato pagamento dell’Irap, continua l’iniziativa politica e sindacale del Sindacato dei Medici Italiani contro un’imposta che viene impropriamente applicata ai medici di medicina generale. «La vicenda – spiega Pina Onotri, segretario generale Smi – non si limita a un singolo episodio, ma più in generale interessa molti medici: parasubordinati in convenzione con il Ssn, che lottano da anni, con ricorsi alle Commissioni Tributarie, fino ad arrivare alla Cassazione, per far prevalere l’esenzione dall’Irap».
«Purtroppo – continua – le decisioni giudiziarie non sono uniformi e la conseguenza sono una miriade di interpretazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, a volte, arbitrarie, per non dire ingiuste. In molti casi, grazie ai ricorsi dello Smi, molte controversie si sono risolte positivamente, ma la strada giusta è quella di una nuova normativa chiarificatrice».
«In questo senso – conclude Onotri – salutiamo con favore le diverse iniziative messe in campo in queste settimane, tra queste quella a firma Sebastiano Barbanti (e altri deputati di Alternativa Libera) che con una Risoluzione presentata in Commissione Finanza, chiede che il Governo si impegni, “ad adottare iniziative normative volte alla sospensione dell’invio di nuove cartelle in attesa della pronuncia della Corte di cassazione riunita in Sezioni Unite e alla sospensione della riscossione degli importi indicati nelle cartelle di pagamento relative all’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), con riferimento all’attività dei medici di medicina generale convenzionati con il servizio sanitario nazionale (SSN), operanti presso gli ambulatori sanitari della ASL, che si avvalgono di collaboratori di studio al fine di agevolare l’accesso ai servizi medici di base da parte dell’utenza, sospendendo altresì, gli interessi di mora, quelli di ritardata iscrizione a ruolo, le sanzioni civili pecuniarie, i compensi di riscossione o aggio e le eventuali spese per le procedure cautelari ed esecutive”». (Fonte: Sindacato Medici Italiani)