Il decreto sull’appropriatezza prescrittiva fa impennare i prezzi Nel Lazio alle disposizioni nazionali si aggiungono due ticket di 10 euro
Mentre gli esami, come diceva Eduardo, non finiscono mai, gli spazi per la loro prescrizione, invece, ora hanno un limite: il nuovo decreto sull’appropriatezza, infatti, non consente di disporne più di 2 per ogni singola ricetta rossa. Una limitazione che manda però in «rosso» i conti dei pazienti della Regione Lazio (dove sono in vigore ben 2 ticket aggiuntivi di 10 euro più 4 per ciascuna ricetta), che così finiscono per pagare più del doppio il costo finale della prescrizione degli 8 più comuni esami di controllo (transaminasi, emocromo, glicemia, azotemia, creatinina, colesterolo e potassio): prima del decreto costava complessivamente 34 euro e 8 centesimi ed ora è finita a 78 euro e 60 centesimi. Un aumento del 130 per cento che suona come una beffa, sommata al danno del decreto sull’appropriatezza prescrittiva degli esami, che dal mese scorso ha impresso una stretta sull’erogazione a carico del servizio sanitario regionale di ben 203 tipi di prestazioni.
«Prima del decreto – spiega Pina Onotri, segretario del Sindacato medici italiani (Smi)- tutti gli 8 esami che solitamente si prescrivono per prevenire sia l’ipertensione che l’ipercolesterolemia, si potevano inserire sulla stessa ricetta. Ora, invece, occorre mettere la nota del decreto per ciascun esame, tutti diversi fra loro, negli appositi spazi della ricetta, che però sono solo 2. Quindi, se prima la prescrizione della classica batteria di esami costava al paziente 34 euro di ticket, ora ne costa 78». Mentre il paziente lombardo, su cui non gravano i 2 ticket aggiuntivi in vigore nel Lazio, «per gli stessi esami paga solo 14 euro e 80 centesimi, ossia solo il ticket di base, calcolato sul valore dei singoli esami, che in Lombardia costano anche quasi un terzo di meno rispetto ai 20 euro e 80 centesimi del Lazio», aggiunge Onotri. I fin troppo pazienti del Lazio, dunque, pagano di più due volte: un terzo in più per i costi degli esami e il doppio per i 2 ticket aggiuntivi. Un aggravio riconosciuto ora anche dal coordinatore nazionale degli assessori alla Salute, l’emiliano Sergio Venturi: «C’è un problema di applicazione nel Lazio, dove ogni ricetta pesa 10 euro (il super ticket) e questo non possiamo risolverlo e non credo che lo possa risolvere in breve tempo anche il Ministero. Se bisogna fare una ricetta a parte è chiaro che i costi aumentano». Ma, aggiunge Onotri, «anche in qualsiasi altra Regione il costo sarebbe, comunque, assai superiore al valore effettivo degli esami e così ampie praterie vengono spalancate al privato». Dove il semplice esame dell’urina, infatti, costa meno del ticket pubblico: «Con la ricetta il paziente paga 17 euro – quantifica la segretaria dello Smi – negli ambulatori privati 7 euro». Ma il nuovo decreto sull’appropriatezza prescrittiva costa caro anche ai pazienti esenti: «La prescrizione degli esami di routine prima si faceva con 2 ricette rosse, tutte in esenzione – conclude Onotri- col nuovo decreto, invece, transaminasi, uricemia, colesterolo e trigliceridi possono essere prescritti solo su ricetta bianca, quindi a pagamento. E, nel caso del cittadino pagante, le farà tutte nel privato perché il ticket aggiuntivo farà lievitare il costo. Anche per i diabetici e le donne in stato di gravidanza il decreto confligge con i livelli essenziali di assistenza». (Fonte: Il Tempo.it)