Così il presidente della Federazione veterinari e medici in una lettera aperta al ministro della Salute il giorno dell’incontro al ministero. “Uno sciopero nazionale potrebbe essere visto come una leva per avere alcuni benefici economici”, ma “non ci interessa qualche ‘mollichella’ e rassicurazione, chiediamo di sottoscrivere impegni e garanzie concrete ed esigibili, in primo luogo nell’interesse dei cittadini”. LA LETTERA
“Uno sciopero nazionale potrebbe semplicisticamente essere visto come una leva per avere alcuni benefici economici, ottenuti i quali, i sindacati ammainano le bandiere. Il rinnovo dei contratti è ovviamente motivo di azione sindacale, ma in questo caso la priorità è l’adozione politica della sanità pubblica e del complesso di problematiche che stanno a cuore a noi e sappiamo stare a cuore anche al Ministro della salute. Non ci interessa qualche ‘mollichella’ e qualche rassicurazione. Vogliamo che questa vertenza, in primo luogo nell’interesse dei cittadini utenti, si chiuda con la sottoscrizione di precisi protocolli di intesa con il Presidente del Consiglio dei Ministri e con le Regioni”. Così il presidente della Federazione veterinari e medici, Aldo Grasselli, in una lettera aperta indirizzata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, anticipa le richieste che saranno formulate nella giornata odierna durante l’incontro tra sindacati medici e Ministero.
Per Grasselli occorre arrestare il definanziamento della sanità pubblica che i dati ufficiali denunciano”, e “assicurare a ogni cittadino l’esigibilità del diritto alla salute in modo omogeneo attraverso la reale verifica dei Lea in tutte le Regioni”. Dal punto di vista prettamente professionale, poi, “Occorre affrontare il nodo dei contratti e delle convenzioni, definendo le aree contrattuali e assicurando ai medici e ai veterinari dirigenti quella peculiarità contrattuale che permette agli ospedali e ai servizi territoriali di funzionare in modo efficiente”, e ancora “occorre chiarire la valenza della finanziaria 2016 per quanto riguarda il salario accessorio perché non vorremmo subire uno scippo talmente beffardo da farci finanziare il prossimo contratto con i nostri stessi soldi”.
“Occorre – prosegue la lettera – progettare percorsi per svuotare la sacca di precariato e delle forme atipiche di impiego dei medici e dei sanitari che sta permeando negativamente tutto il mondo del lavoro della sanità pubblica. Occorre un ricambio generazionale della dirigenza medica che ci è imposto dalle più elementari leggi della demografia. Occorre però anche un incremento del numero dei medici – in costante diminuzione da anni – per rispettare le regole sull’orario di lavoro e, sempre di più, per onorare le leggi della biologia che richiedono l’introduzione nel sistema di energie professionali nuove e intraprendenti”.
Tra le richieste, infine: “Occorre abolire il tetto di spesa per il personale del 2004 e introdurre deroghe per le regioni in piano di rientro. Occorre una seria programmazione e una riforma del sistema di formazione post laure a dei medici e dei veterinari che risponda alle esigenze di formazione attiva attraverso contratti di formazione/lavoro che permettano l’inserimento nel Ssn dei laureati medici e veterinari affinché acquisiscano competenze specialistiche mentre mettono a disposizione la loro professionalità di laureati abilitati all’esercizio professionale di base”. (Quotidiano della Sanità)