«Periste una grave inefficienza della macchina amministrativa regionale che mostra lacune ed incapacità nella gestione del processo messo faticosamente in atto dai Medici di Medicina Generale (Mmg) del Lazio impegnati a trasformare, a loro spese, gli attuali studi dislocati in sedi multiple, in Unità di Cure Primarie (UCP) a sede Unica». Lo afferma Cristina Patrizi, responsabile Area Convenzionata Smi-Lazio.
«Nonostante la prima diffida inviata lo scorso 30 maggio dallo Smi» , aggiunge Cristina Patrizi, «la regione Lazio, con il suo organismo tecnico “LazioCrea”, non si è mostrata all’altezza degli iter amministrativi necessari a sostenere il processo in questione. Ciò si è tradotto in penalizzazione economica persistente, ingiustificata e persino priva di riferimenti autorizzativi e amministrativi formali».
Questo atteggiamento, che non sarebbe accettabile in nessun Paese europeo comporta l’impossibilità a procedere con la trasformazione ed il riordino dell’ Assistenza Territoriale.
Pertanto SMI-Lazio ha dato mandato ai suoi legali di procedere con le necessarie azioni giudiziarie «per il riconoscimento delle specifiche responsabilità di questa vicenda, che vede penalizzati i Mmg e i cittadini che avrebbero potuto giovare di un nuovo assetto territoriale (oltre 300 UCP a sede UNICA). Si interrompe, così, il processo di riorganizzazione della rete territoriale», conclude Cristina Patrizi.
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