PRECARI: LO SMI SCRIVE AL GOVERNO

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SUI MEDICI PRECARI LO SMI SCRIVE AL GOVERNO E ALLA CONFERENZA STATO-REGIONI: SI APRA UN CONFRONTO


SANITÀ, SUI MEDICI PRECARI LO SMI SCRIVE AL GOVERNO E ALLA CONFERENZA STATO-REGIONI CHIEDENDO CHE SI APRA UN CONFRONTO
IL SINDACATO DEI MEDICI ITALIANI AVANZA ANCHE UN PACCHETTO DI PROPOSTE
PER LA DIRIGENZA MEDICA, LA MEDICINA GENERALE E L’UNIVERSITÀ
RIMANE LA RICHIESTA DI RICONOSCIMENTO DEI LAVORI USURANTI PER LE GUARDIE MEDICHE E DEL 118 (CONVENZIONATI)

  
Il Sindacato dei Medici Italiani (Smi), con una lettera inviata (oggi) al ministro del Lavoro e Politiche sociali, Elsa Fornero, al ministro della Salute, Renato Balduzzi, al ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo e al presidente della Conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani (di seguito), chiede un incontro per poter affrontare il nodo della stabilizzazione dei medici precari nel settore ospedaliero, nel territorio, nell’università.
Nella missiva, a firma del vice segretario Francesco Medici, si chiede di poter contribuire nel processo di definizione di “nuove leggi che portino ad una riforma del mercato del lavoro”, partendo anche da quanto avviene nel Servizio Sanitario Nazionale. partendo anche da quanto avviene nel Servizio Sanitario Nazionale.
Il vice segretario dello Smi ricorda che questa sigla sindacale è “firmataria tanto dell’Accordo Collettivo Nazionale della medicina generale (medici di famiglia, del 118 e della guardia medica) e della specialistica ambulatoriale, quanto del contratto della dirigenza medica, in federazione con il Sivemp, con la sigla FVM (Federazione Veterinari e Medici), nonché ha anche iscritti nel settore dei medici universitari e nella pediatria di libera scelta” e partendo, appunto, da questa trasversalità, sottolinea la capacità di rappresentare, “quindi, medici che operano in un ambito di lavoro pubblico o parasubordinato” registrando “che anche in questo settore i più giovani non trovano spazi di lavoro stabili, nonostante le carenze di organico e la necessità di professionalità qualificata”.
Medici, quindi, insiste sulla “richiesta di riconoscimento dei lavori usuranti per le guardie mediche e del 118 (convenzionati)”, avanzata con un’altra lettera inviata dalle responsabili nazionali del settore emergenza-urgenza, Fabiola Fini, e continuità assistenziale (guardia medica), Giuseppina Onotri, il 10 gennaio scorso.
Sulla base di queste premesse, di questi spunti di analisi e di proposta (di seguito, in sintesi) lo Smi chiede, infine, di poter aprire un tavolo di confronto con Governo e Regioni.
In sintesi questi alcuni degli spunti di analisi, riflessione e di proposta avanzati nella lettera.
Nella Dirigenza Medica.
Premesso che il contratto di lavoro prevede modalità di accesso a tempo determinato anche per brevissimi periodi, mediante avviso pubblico (con tempi di pubblicazione in G.U. limitatissimi), gran parte delle amministrazioni hanno preferito utilizzare lo strumento dei contratti atipici (co.co.co, co.co.pro etc.), saltando di fatto la trasparenza della data, garantita dalle norme contrattuali, evitando così di pagare i contributi previdenziali dei medici e sottopagando i più giovani, soggetti a rinnovi continui e quindi anche più facilmente condizionabili.
Chiediamo che si avvii un processo di semplificazione e di trasparenza, eliminando questi tipi di contratto per la pubblica amministrazione che, come detto precedentemente, ha già la possibilità di forme di lavoro flessibili. Siamo disponibili ad una trattativa, che nel rispetto delle garanzie contrattuali, possa prevedere per i primi tre anni di lavoro una retribuzione “di ingresso”.
Nella Medicina Convenzionata.
L’accesso all’area è subordinato al superamento del corso in medicina generale. Come più volte denunciato dal nostro sindacato, da anni formiamo meno medici di quelli realmente necessari per far funzionare i servizi di assistenza primaria, continuità assistenziale , emergenza territoriale e specialistica ambulatoriale. Il paradosso è che  a questa carenza si associa una disponibilità di molti laureati in medicina che non possono accedere alla formazione specialistica. La situazione più critica la viviamo nell’ambito del 118 / Emergenza territoriale. In molte regioni (esempio Toscana) le amministrazioni dopo aver esaurito la graduatoria hanno stipulato contratti atipici con medici “non formati”, cioè professionisti che secondo la normativa vigente non potrebbero essere stabilizzati. Chiediamo la stabilizzazione di tutti questi medici che lavorando abbiano raggiunto un’adeguata formazione, nonché l’aumento del numero dei medici da formare e del numero delle borse di studio per la specializzazione tanto in medicina di urgenza e pronto soccorso quanto per quelli che intenderanno accedere agli ospedali.
Nell’Università.
Chiediamo la riapertura dei concorsi per ricercatori secondo la legge Gelmini e la possibilità di mantenere, con un contributo aggiuntivo, i contratti a tempo determinato già previsti dalla legge Moratti.
Nel merito: proponiamo il reclutamento di nuovo personale universitario, tenendo conto delle limitazioni poste dalla legge 240/10. Al fine di arginare la piaga del precariato nell’Università, in particolare dei ricercatori, e di istituire un processo virtuoso di reclutamento di nuove unità di personale docente universitario, recependo appieno le novità introdotte dalla legge di riforma universitaria 240/10, si propone per i prossimi anni (ad esempio triennio):
1- che il fondo di finanziamento ordinario (FFO) assegnato agli atenei dal MIUR per il reclutamento di ricercatori sia vincolato alla stipula di contratti di ricerca destinati al personale ricercatore a tempo determinato esclusivamente di tipo (b).
2- che gli atenei che hanno istituito contratti di ricercatore a tempo determinato ai sensi della legge Moratti, possano beneficiare per i corrispondenti settori scientifici disciplinari (SSD) di un contributo ministeriale aggiuntivo in linea con la legge 240/10. 
Successivamente al piano straordinario di recupero e di selezione dei più meritevoli ricercatori precari già operanti da anni in Italia e all’estero, si propone:

1 – che il FFO assegnato agli atenei sia vincolato all’istituzione di tipologie contrattuali di tipo tenure track, specificando già sul bando del concorso di ricercatore l’apertura di una posizione ai sensi dell’ ex art. 24, della Legge 240/2010; con durata del contratto triennale, eventualmente prorogabile per un ulteriore biennio ed infine rinnovabile per un triennio (Gelmini tipo b) previa acquisizione dell’abilitazione nazionale all’insegnamento, ai sensi dell’ ex art. 24, della Legge 240/2010 modello “tenure track”: 3(+2)+3)].