LETTERA DI PROTESTA PER L'AFFOLLAMENTO P.S

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Pronti soccorsi al collasso. Si è scatenata la caccia alle streghe:i medici vengono additati come unici colpevoli.

Ma noi non ci stiamo.
Il nostro vice segretario nazionale Francesco Medici ha pubblicato una vibrata lettera di protesta

Crisi dei pronto soccorso : NO A CAPRI ESPIATORI. I VERI COLPEVOLI SI ASSUMANO LE LORO RESPONSABILITÀ
Non è il letto, non è la barella che cura il malato ma un medico ed un infermiere capaci in un ambiente sanitario appropriato.
Oggi sono insufficienti domani mancheranno del tutto

Dopo le reiterate denunce dei sindacati medici per le cattive condizioni di lavoro nei Pronto Soccorso della Regione Lazio e le evidenti e gravissime conseguenze per  i cittadini, Francesco Medici, vice presidente nazionale FVM e medico di pronto soccorso, punta il dito contro la “malapolitica” e la ricerca di un caprio espiatorio: «Come giustificare la sospensione del direttore di dipartimento e del primario della medicina di urgenza del Policlinico Umberto I – si chiede Medici – sono colpevoli di cattiva amministrazione, di malpractice o solo di aver denunciato, peraltro pacatamente, i motivi dei disservizi? La loro sospensione sembra un messaggio a tutti gli altri professionisti: un invito a stare zitti sui gravi disservizi, all’omertà? È gravissimo ed inaccettabile»
 
Per il vice presidente nazionale FVM di fronte a quanto emerge (e denunciato tante volte dalle OOSS), sono sicuramente necessarie delle assunzioni di responsabilità: «Si sarebbe dovuto dimettere – spiega – il commissario straordinario, inviato dal Governo (oggi sono addirittura due.. si sa le poltrone si moltiplicano), che ha fatto tagli indiscriminati opponendosi alla assunzione del personale medico via via andato in pensione e non sostituito. Non solo: la governatrice Polverini che, tante volte avvisata della situazione, non ha posto i giusti rimedi al caos. Tanto i commissari che la presidente della Regione, invece, rimangono al loro posto.

Ma FVM accusa anche qualche direttore generale, «votato all’immobilismo – continua Medici – nonché il direttore del 118 incapace di gestire i flussi dei malati, e corresponsabile della mancanza di medici nella ambulanze: una scelta che comporta chiare conseguenze, la più evidente l’invio dei malati nell’ospedale più vicino, invece che in quello che può garantire migliore cura. Ma non basta: anche i dirigenti regionali incapaci di organizzare la medicina territoriale e le assistenze dei malati al loro domicilio? Che senso ha avuto mandare nei pronto soccorso dei medici di base (punto BLU) per curare l’influenza (spendendo quindi soldi): tutti pazienti che al pronto soccorso non dovrebbero proprio arrivare ?» Ci si chiede: “come mai dopo lo scandalo ricompaiono i letti ?”

«Del disastro regionale, all’opinione pubblica come colpevoli sono stati indicati due medici – sottolinea il drigente FVM – la colpa alla fine è sempre, e soltanto, della professione medica. Passare da vittime a carnefici è insopportabile, ingiusto, umiliante. Voglio ricordare che i sindacati di categoria hanno richiesto da tempo e continuano a pretendere:
·        maggior posti letto (quelli tagliati alla sanità pubblica -sede dei DEA – e dati anche nel Lazio alle università private;
·        stabilizzazione dei precari che NON potrebbero lavorare nei p.s e che, invece, stanno diventanto una percentuale importante del personale in servizio;
·         concorsi trasparenti per selezionare il personale migliore».

«Anche qualche primario – ricorda il vice presidente nazionale FVM – di quelli che hanno a cuore la sanità pubblica, avanza queste stesse richieste, ma puntualmente è arrivata la sospensione del dirigente in questione.
Il messaggio da parte della Politica è: se le cose non funzionano è perché i medici utilizzano male le risorse, non hanno a cuore i malati… Così la regione si autossolve delle proprie responsabilità».
 
«FVM – conclude Medici – con ci sta! Invitiamo l’amministrazione a reintegrare immediatamente i due seri professionisti sospesi e casomai a far cadere le teste giuste, quelle che remano contro la sanità pubblica, quelli che bloccano le assunzione, quelli dei tagli lineari, che chiudono posti letto, che non potenziano i DEA. La Regione apra un tavolo di trattativa dove si presentino i dati e le soluzioni reali e concrete per la risoluzione dell’emergenza, che non è solo di oggi, ma anche degli ultimi anni e che, via via che diminuisce il personale che non può essere sostituito, si aggraverà sempre di più. Il problema non è assistere il malato per terra, ma quando non vi è personale per assisterlo. Oggi e domani il problema è e sarà quello.
Non è il letto, non è la barella che cura il malato ma un medico ed un infermeire capace. Oggi sono insufficienti domani mancheranno del tutto».