Egregio dott. Marincola, sono un medico dell’Emergenza Territoriale, e anche, per passione, sindacalista dello SMI (Sindacato Medici Italiani). Abbiamo avuto occasione di sentirci telefonicamente oltre un anno fa, tramite la dott.ssa Nardi, per un suo articolo sul 118; ora mi permetto di scriverle sull’onda di quanto emerso in questi giorni sulla Sanità Laziale, e ricordando le sue parole provo a farle una sintesi sui punti critici che affliggono la Sanità. Non so se riuscirò a farlo in 20 righe, ma sento il bisogno di provarci perchè noi Medici "di trincea" che quotidianamente affrontiamo la malattia e il malato, spesso con abnegazione, cercando di sopperire alle carenze strutturali e organizzative e che continuamente cerchiamo di denunciare quello che non va, restiamo sempre inascoltati e pure sanzionati. Poi lei deciderà se vale o meno la pena di scrivere un articolo.
Criticità nella Sanità
1)Inadeguata informazione alla popolazione sui servizi sanitari esistenti e su come utilizzarli al meglio (vedi anche punto 5 per dettagli).
2) Riduzione dei posti letto in Ospedale senza valide alternative sul territorio.
3)Riduzione del personale medico e paramedico, con blocco del turn-over ormai quinquennale ( dal febbraio 2007).
4 ) Studi medici di famiglia già aperti 10 ore al giorno con le UCP, ma inadeguata informazione alla popolazione (tra l’altro molti colleghi che lavorano in UCP-UNITA’CURE PRIMARIE- non vengono pagati da mesi).
5) Impossibilità per i medici di famiglia di avere un accesso diretto per analisi, Rx,ECG, TAC, RMN o visite specialistiche, per cui molti pazienti, pensando di fare prima, by-passano il medico di famiglia e si recano direttamente al P.S. Non solo, ma i medici di famiglia sono stati burocratizzati, ormai passano più tempo al computer che a visitare i malati, perchè sono stati obbligati a lavorare per l’INPS con l’invio dei certificati online, a lavorare per il Fisco in quanto devono accertarsi se i pazienti hanno diritto all’esenzione collegandosi al portale Regionale, a sua volta collegato al Fisco che riporta tutte le esenzioni.
6) Mancata implementazione della pianta organica della Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica), come sancito nell’Accordo Integrativo Regionale del 2005, che prevedeva quasi un raddoppio della pianta organica, ma che è rimasto lettera morta e si continua a lavorare con lo stesso numero di medici, di notte, festivi e prefestivi, non tenendo conto che la popolazione è aumentata sia come numero sia come aspettativa di vita e quindi c’è più bisogno di salute.
7)Tra l’altro in una città come Roma, si calcola ancora 3.500.000 abitanti, senza tener conto dell’afflusso turistico, e anche i turisti godono del servizio sanitario nazionale gratuitamente, e senza tener conto dei non residenti e/o extracomunitari. Aggiungendo questi pazienti si arriva sicuramente a 5.000.000 di assistiti!!!
8)Riduzione del Servizio di Emergenza Sanitaria (ARES 118), con meno ambulanze pubbliche e comparsa di un sempre più cospicuo numero di ambulanze private convenzionate col 118, in cui gli infermieri e gli autisti sono sottopagati dal padroncino di turno (infermiere 7 euro l’ora e autista 5 euro l’ora). Sempre più spesso inoltre, si assiste all’invio di ambulanze a 2, cioè solo infermiere e autista, senza barelliere, la qual cosa comporta che quando si deve caricare un paziente da casa, si è costretti a chiedere l’aiuto dei familiari per trasportare il paziente stesso per le scale, o in alternativa bisogna attivare un’altra ambulanza, con aumento dei costi.
Per non parlare poi della drastica riduzione dei medici sulle ambulanze, medici che potrebbero trattare i pazienti a casa per le patologie minori, senza intasare i P.S., e che possono portare il paziente nell’ospedale più idoneo per le patologie più gravi, con un notevole miglioramento non solo delle aspettative di vita, ma anche un migliorato outcome, senza esiti invalidanti e quindi con minor costo sulla società.
9) Riduzione dei servizi di psichiatria sul territorio, con tutto quel che ne deriva a cominciare dalle famiglie che hanno un malato psichiatrico in casa e non sanno a chi rivolgersi. i pochi centri esistenti sono oberati di lavoro e non riescono a farsi carico di altro, nè riescono a farsi ascoltare dai politici, salvo poi quando succede un fattaccio eclatante.
10) Sul sistema sanitario regionale grava anche il servizio sociale, ad esempio molti senza fissa dimora, soprattutto durante il periodo invernale non usufruiscono dei servizi sociali, ma del servizio sanitario,iinfatti si chiama l’ambulanza, addirittura a volte come codice rosso, perchè qualcuno parla di persona a terra non cosciente, l’ambulanza interviene e trova un senza fissa dimora, magari pure alcolista, che vuole andare in ospedale per dormire e mangiare, occupando una barella, che servirebbe per altri scopi. D’altra parte se l’ambulanza non carica la persona a terra, c’è sempre qualcuno pronto a denunciare e allora ecco che gli ospedali, specie romani, si ritrovano tutti con almeno 3 barelle occupate per queste persone, nelle sale d’attesa, coi pazienti che a volte non resistono al cattivo odore e chiedono di essere spostati nel corridoio!
11) Nomine politiche dei Direttori Generali, e a cascata a volte anche dei Primari, la qual cosa incide notevolmente sul servizio, considerando che nessuno si assume la responsabilità, di fronte ai propri politici, sia di destra che di sinistra, di denunciare quello che non va. Sarebbe ora di cominciare ad adottare un sistema meritocratico, forse qualcosa migliorerebbe.
12) Pullulare di Cliniche Private Convenzionate, che tuttavia quando hanno un’urgenza, vuoi un Infarto, vuoi un Edema Polmonare acuto, vuoi un Ictus chiamano il 118, poichè non hanno nè cardiologi nè anestesisti di guardia e alla fine nelle cliniche non c’è mortalità, perchè il paziente grave viene sempre e comunque trasferito in Ospedale!!!
Ci sarebbe ancora altro da dire, per esempio sulle forniture di farmaci e presidi, con prezzi diversi a seconda delle regioni, ma non voglio dilungarmi oltre, posso solo ribadire che per chi crede nella professione medica e cerca ogni giorno di agire secondo scienza e coscienza,e che ha scelto di lavorare solo nel pubblico, come tutto lo staff della segreteria regionale SMI (Sindacato Medici Italiani) è veramente insopportabile l’idea che a pagare per disfunzioni organiche sia il medico che si dedica alla professione con serietà e professionalità.
Cordiali saluti
Francesca Perri (responsabile regionale emergenza-dipendenza e precariato per SMI-FVM)