Gentile presidente, e gentili consiglieri di amministrazione, gentili segretari dei sindacati medici, leggere i vari articoli pubblicati sui diversi giornali, puntuali e precisi, in merito alla vicenda Enpam ed Enpam Sicura, desta preoccupazione e sconcerto.
Preoccupazione e sconcerto da semplice iscritta e contribuente Enpam, ma anche come Segretario Generale di uno dei sindacati che, sin dall’inizio, ha avuto forti dubbi sull’operazione e che ha cercato di seguire con attenzione tutta la vicenda. Cosa non semplice, considerato che in questi anni siamo stati tagliati fuori da qualsiasi meccanismo di partecipazione sostanziale e di controllo dell’ente, nonostante gestisca ben 19 miliardi di euro.
Ma partiamo dalle ultime vicende in ordine cronologico. Dimissioni dalla Fimmg, e relativo dietrofront a parte. Nell’esposto del dr. Giacomo Milillo ai vertici della Fondazione Enpam, pubblicato da diversi media, si fa riferimento ad un incontro (confermiamo è stata quella l’unica circostanza in cui lo SMI è stato convocato), tra ”Oliveti ed i sindacati per bandire una gara pubblica per l’affidamento della polizza per i primi 30 gg di malattia dei medici di medicina generale – argomento, questo, che non è mai stato discusso, aggiungiamo- o la previdenzializzazione di ciò che oggi è oggetto di copertura assicurativa.”
Questa ultima ipotesi (l’unica prospettata in quella circostanza) non ci vedeva contrari, ma chiedemmo di affrontare l’argomento in sede di rinnovo contrattuale, in maniera da poter mettere nero su bianco regole certe e coinvolgere tutte la parti interessate.
Con nostra grande sorpresa ci venne inviata, per conoscenza, una lettera dall’Enpam, a firma di Alberto Oliveti in cui si disdettava la polizza con Generali, laddove Enpam secondo il parere dei nostri uffici legali non era il soggetto deputato a tale azione, essendo i sindacati unici legittimati a ciò, in qualità di contraenti e firmatari della stessa, in sede di contrattazione nazionale.
Poi ci è giunta notizia della costituzione di Enpam sicura, una società in house, a cui erano stati stornati circa un milione e mezzo dei nostri fondi previdenziali: oggi si parla, addirittura, di dissesto per 4 milioni di euro. Quindi, ben lontani dalla previdenzializzazione che ci era stata prospettata.
Da qui le segnalazioni dello SMI, nel gennaio 2016, ai ministeri vigilanti, un esposto alla Corte dei conti, un ricorso ad aiuvandum al Tar. Oggi leggiamo tutti i risvolti di questa amara vicenda perché nell’era del web e dei social network, nulla più rimane nei confini naturali, da mittente a destinatario, ma viene condiviso e sottoscritto da migliaia di persone.
E cosi abbiamo potuto assistere a tutto il carteggio tra il dr. Alberto Oliveti e il dr. Giacomo Milillo negli organi istituzionali Enpam, nonché con l’esecutivo Fimmg. Ebbene per Milillo ci troviamo di fronte ad una resa dei conti che interessa i vertici del sindacato maggioritario, come ama definirsi la Fimmg, in un particolare, delicato e improprio campo di battaglia: quell’Enpam, che dovrebbe essere la casa previdenziale di tutti i medici e punto.
Invece, il “Re è nudo” questa è la prova ulteriore della lottizzazione estrema, da parte di alcuni sindacati, di tutti i punti chiave di quelli organi istituzionali che dovrebbero rappresentare la nostra immagine al mondo esterno.
In questo modo prevale un bieco corporativismo, che premia pochi a scapito dell’interesse pubblico e dell’intera categoria.
Questo triste spettacolo, queste beghe, con in gioco milioni di euro, sono una offesa ai nostri giovani colleghi precari che, da anni, sono in attesa di una stabilizzazione.
Scontri, di fatto, sulla spartizione delle poltrone, che danno una immagine deprecabile a tutti quei colleghi che oggi si trovano sempre più ad affrontare una professione sempre più svilita depauperata, demansionata, svenduta.
Il dr. Milillo afferma che è stato osteggiato per bloccare il suo impegno a favore della legalità Enpam; sarebbe stato più credibile se lo avesse fatto prima che scoppiasse il caso legato alla sua carica di presidente di Enpam Sicura, e che fosse “spontaneamente” portato a lasciare, anche se momentaneamente, quella di segretario generale Fimmg, decisione poi revocata, magari dimettendosi dal cda Enpam.
Nelle vesti di privato cittadino e semplice contribuente sarebbe stato senza dubbio più efficace ed incisivo e, sicuramente, avrebbe raccolto più consensi.
Ricordiamo che sulla vicenda, inquietante, incombono anche gli esposti alla Procura della Repubblica di alcuni ordini dei medici, tra cui quello di Milano, nonché le varie interrogazioni in Parlamento su compensi, indennità e rimborsi milionari di Oliveti (circa 700.000 euro), leciti, per carità, ma quanto eticamente accettabili in questo periodo di crisi economica e di difficoltà della categoria?
Speriamo che questa volta si faccia veramente chiarezza, anche perché i medici italiani non meritano di essere trattati in questo modo e, soprattutto, i medici italiani non sono evidentemente adeguatamente rappresentati dai vertici nell’Enpam, d’altronde basta anche osservare le basse cifre di partecipazione nell’ultima tornata elettorale, anche a seguito di un sistema sbagliato e di una assente informazione per la categoria.
Pina Onotri
Segretario generale Smi