CRITICO LO SMI-LAZIO RELATIVAMENTE AL PROGETTO DEGLI “AMBUALORI MED”, PROPOSTO DALLA REGIONE LAZIO
Il programma di Ferdinando Romano, direttore direzione regionale programmazione e risorse del Ssr, affiderebbe ai medici di medicina generale la gestione dei codici bianchi e verdi all’interno degli ospedali. Ma, per il Sindacato dei Medici Italiani del Lazio, rappresenta una “fotocopia”di un servizio già presente sul territorio
(Roma, 26 marzo) – Il Sindacato dei Medici Italiani del Lazio (Smi), critica il progetto “Med” proposto lo scorso 14 marzo dalla Regione Lazio. L’obiettivo del programma è quello di affidare i codici bianchi e verdi ai medici di medicina generale al fine di risolvere i problemi di intasamento e di gestione dei pronto soccorso della Capitale. Ma, secondo la delegazione dello Smi-Lazio si tratta, di fatto, di una dispendiosa replica di servizi sanitari già esistenti ed attivi, ma poco “sponsorizzati” su tutto il territorio. «Ci chiediamo se sia opportuno investire ulteriori fondi in progetti sperimentali, in una Regione già fortemente implicata in un corposo Piano di rientro che ha pesantemente investito anche i pronto soccorso della Capitale che, ad oggi, sopravvivono grazie alla buona volontà dei medici inquadrati con contratti di natura privatistica (Co.Co.Co, Co.Co. Pro, partita Iva, etc.)», dichiara Paolo Marotta vice segretario Smi-Lazio, che aggiunge: «Sarebbe auspicabile, oltre all’assunzione di personale dirigente, incentivare, ad esempio, le Unità di Cure Primarie (Ucp) dislocate sul territorio e il servizio di Continuità Assistenziale (ex guardia medica), soprattutto per quelle fasce di popolazione che, per motivi logistici, non riescono ad accedere facilmente ai pronto soccorso». Chiara e netta la posizione di Cristina Patrizi, responsabile regionale per l’assistenza primaria Smi-Lazio. «La medicina generale è certamente disponibile a supportare i pronto soccorso della Capitale, ma non certo aderendo a programmi che prevedono servizi sanitari “fotocopia” inutilmente dispendiosi. Basti pensare che, le 800 Ucp presenti nel Lazio, sono distribuite capillarmente sul territorio, mentre il servizio di Continuità Assistenziale assicura l’assistenza sanitaria territoriale/domiciliare (ed in alcuni casi ambulatoriale), 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno gestendo, da sempre, i codici bianchi e verdi ed anche “giallini”». Quindi Cristina Patrizi conclude:«Auspichiamo in una corretta e ragionata allocazione delle risorse da parte della regione Lazio, per un rilancio concreto e sensato della medicina generale».