La segretaria Pina Onotri al termine di un incontro oggi con la Struttura tecnica dice stop alla “perdurante gestione della trattativa su tavoli separati per i diktat di alcune sigle. Abbiamo bisogno di unità”. Bocciata in toto la nuova proposta di convenzione: “Basta invadenza aziende pubbliche”. E poi “chiarezza sul ruolo giuridico dei medici di famiglia: o veri libero-professionisti o para-subordinati a tempo pieno con tutele reali e salari adeguati”
Revisione della bozza e tavolo di trattativa unitario. Senza cui lo Sindacato dei Medici Italiani (Smi) minaccia di lasciare il tavolo Sisac per il rinnovo della convenzione dei medici di medicina generale. Questo è quanto emerge dal report fornito dal sindacato dopo che oggi una delegazione composta dal segretario generale, Pina Onotri, dai dirigenti nazionali, Paolo Carollo e Floriana Riddei, ha incontrato la Sisac per la trattativa per il rinnovo dell’Acn.
Nello specifico, il segretario generale dello Smi, Pina Onotri, ha annunciato “la rottura della contrattazione. Vista l’ultima bozza di Acn presentata dalla controparte pubblica, la costante situazione di stallo nel confronto con la Sisac, l’assenza di significative novità sul nodo delle risorse e delle proposte da parte di Governo e Regioni, nonché la perdurante gestione della trattativa su tavoli separati per i diktat di alcune sigle sindacali”.
“Vogliamo essere chiari, questo rischia di essere un teatrino a danno dei medici – attacca Onotri – non si può continuare un confronto su tavoli separati, come se i problemi con la parte pubblica si potessero superare divisi. Abbiamo bisogno di unità, pur con le diverse sensibilità, perché l’impoverimento della categoria è sotto gli occhi di tutti, dopo tanti anni di blocco contrattuale, di aumento dei costi di produzione (affitto, ambulatorio, strumentazione, innovazione tecnologica, personale..ecc) e della pressione fiscale”.
“Quindi – rilancia il segretario Smi – due priorità: aumentare la quota capitaria e rivalutare, e finanziare, adeguatamente i costi di gestione e strutturali della rete di ambulatori dei medici di medicina generale”.
“Non solo – aggiunge – il lavoro si è trasformato sotto il peso di oneri burocratici e organizzativi, siamo solo sulla carta liberi professionisti, ma in realtà siamo tutti i giorni vittime delle ingerenze delle aziende pubbliche, senza avere gli stessi diritti di un dipendente. La provocazione: o veramente liberi di stare sul mercato o subordinati con diritti reali e salari adeguati.
Onotri, insiste: “La strada dovrebbe essere quella del ruolo unico, ma con il tempo pieno. Un contratto unico come via per un necessario ricambio generazionale che riparta da una diversa programmazione del fabbisogno per i prossimi anni, ma c’è anche la necessità di una riforma dell’accesso e delle scuole di formazione, finalmente equiparate alle specialistiche, seguendo il modello europeo e superando l’attuale, fortemente deficitario”.
“Da mesi siamo in stallo, tra proposte grottesche come quella sull’h16, travolta dalla protesta popolare, e dello Smi, e nuove bozze di Acn che rimangono nel solco di quelle passate – conclude Onotri – senza che Regioni e Governo prevedano intanto risorse adeguate e che si ripensi una riforma delle cure primarie centrata sulla necessità di prevedere servizi funzionali, e non rigidi, alla mutata domanda di salute. Infine, pensiamo che non si possa rimanere ostaggi della logica del ‘divide et impera’, interrompiamo, quindi, la contrattazione in attesa che finalmente si cambi rotta, in questo senso un primo segnale positivo da parte della Sisac deve essere la convocazione unitaria della trattativa già a gennaio e la fine dei tavoli separati”. (Fonte: Quotidiano Sanità)