Onorevole Signor Ministro,
Ill.mi Signori Direttori Generali
Il sottoscritto, cittadino Italiano di 63 anni, e medico dal 1975, attualmente medico di base ( medico di famiglia, medico di medicina generale) è con rammarico costretto a disturbare le SS.VV.LL. per rappresentare la pericolosa situazione in cui sono venuti a trovarsi, nella vita reale, i cittadini Italiani utenti della medicina di base.
L’ evoluzione delle normative sanitarie ha portato negli studi medici, un’enorme quantità di adempimenti burocratici imposti al medico di base, sotto la minaccia di sanzioni anche gravi, originati da Leggi dello Stato, Decreti e Leggi Regionali, Disposizioni e Circolari da ASL e Distretti.
Quanto sopra, seppur motivato da giuste esigenze che non compete allo scrivente commentare, ha prodotto di fatto una mole tale di burocrazia che provoca effetti nocivi per gli operatori e per gli utenti ,vale a dire per tutti i cittadini Italiani, considerato che negli studi dei medici di base afferiscono tutti gli Italiani, anche i parenti poveri dei privilegiati , medici compresi.
La burocrazia, oltre ad essere ipovedente, è ineludibile ,incomprimibile ed improcrastinabile, costringe il medico a darle sempre la priorità, occupando oltre il margine di sicurezza le sue capacità mentali di attenzione e di serenità di ragionamento e giudizio clinico , e riducendo la sua efficienza operativa.
La burocrazia ha occupato di forza l’ 80% dello spazio di lavoro del medico, comprimendo oltre i limiti della sicurezza lo spazio residuo da dedicare alla clinica, e compromette la qualità e la sicurezza del servizio che deve essere reso all’assistito e quindi al popolo Italiano tutto.
Da parte sua il paziente non riesce più ad ottenere quella risposta alla sua domanda di salute, in passato basata sul rapporto di fiducia e che, proprio grazie a questo peculiare rapporto, poteva essere, in passato, garantita.
Ora il paziente trova il suo medico trasformato, di volta in volta, in operatore telematico dell’INPS, dell’Agenzia delle Entrate, del MEF, in call center per il CUP, bersaglio di innumerevoli CAF, ed in controllore, o peggio esattore, del paziente per l’accertamento dei requisiti prescrittivi, di esenzione ticket, applicabilità di note prescrittive, compilatore di circa 100 moduli certificativi diversi ed obbligatori , compilatore di moduli e certificazioni superflue che mille piccoli burocrati impongono ai pazienti e di conseguenza al medico.
Il paziente trova il suo medico sempre più sommerso da un carico burocratico, cui non può sottrarsi, con l’attenzione inevitabilmente compromessa, costretto a dare la precedenza agli adempimenti burocratici , costretto a guardare un monitor invece che il viso del paziente, e vede incrinarsi il rapporto di fiducia, sviluppa diffidenza, ostilità derivante dal vedersi frapporre ostacoli normativi dal medico incolpevole, aggressività nel percepire che agli occhi della burocrazia egli non è più persona, nè paziente o cittadino ma mero “contenitore di malattia”. Inoltre il disagio generalizzato della popolazione colpita da crisi economica, e che si sente abbandonata e vessata dalle istituzioni, si trasforma in un aumento di domanda, talora impropria, ma sostenuta da una sofferenza reale che viene canalizzata verso la medicina di base, la quale, ormai ridotta all’impotenza, non puo dare la giusta accoglienza e risposta.
Quanto sopra, e la consapevolezza di impotenza, sono per l’operatore sanitario un carico psichico aggiuntivo che ulteriormente compromette la serenità delle decisioni clinico-terapeutiche, ed ulteriormente riduce lo spazio mentale ed operativo residuo da dedicare alla clinica , ed il circolo vizioso si perpetua in una spirale in discesa verso traguardi peggiorativi.
Questa situazione ha un costo elevatissimo: l’assistito Italiano viene di fatto privato dei diritti che la Costituzione ( e la carta dei diritti del malato) teoricamente gli riconoscono, ma che, nella vita reale, vengono paradossalmente compressi dal sistema e la sua burocrazia.
Questa situazione creata con l’obiettivo anche del risparmio (anche se quella prodotta dalla medicina di base non è la voce più importante della spesa sanitaria ma sicuramente l’unica che può essere “controllata”)paradossalmente induce spesa e costi aggiuntivi.
L’ Italiano vorrebbe riavere il suo medico, ed il suo medico vorrebbe tornare ad essere quello di prima per il suo paziente. Il suo medico sa quanto potrebbe dare in termini di professionalità e di specifiche competenze, esattamente l’80% in più, quello che nella vita reale è ora sepolto sotto la burocrazia, che ha snaturato la professione , e che si riflette molto negativamente sulla salute degli Italiani,dove “salute” non è solo assenza di malattia. Restituito di quello spazio sepolto, il medico Italiano saprebbe diversificarsi per dare una risposta attiva alla mutata situazione sociale, economica,sanitaria del Paese ma questo aspetto esula dallo scopo della presente e soprattutto non compete allo scrivente formulare suggerimenti.
Lo scrivente si è risolto, con rammarico, ad inoltrare la presente per due motivi:
1. Non è affatto sicuro che chi, ai massimi Vertici, ha nelle sue mani responsabilità decisionali ai massimi livelli, sia effettivamente consapevole della realtà minacciosa che si è venuta a produrre a carico della salute degli Italiani, proprio in quel settore, la medicina di base, che li accoglie veramente tutti, compresi i parenti poveri dei pochi privilegiati che possono scavalcarla. Una realtà molto articolata e complessa se vista dall’alto può nascondere gli strati più bassi della realtà stessa, anche se in quella si collocano tutti gli Italiani. Forse i massimi Vertici, ricevendo una segnalazione, potrebbero desiderare di verificare ed approfondire la realtà della situazione. Forse.
2. Avere le consapevolezze sopra espresse, rafforzate dalla quotidiana visione della realtà sopra descritta, e rimanere pavido osservatore di una concreta minaccia e di un danno attuale per la salute pubblica senza fare nulla , o nemmeno tentare di farlo, sarebbe tradire la lealtà che lo scrivente sente nei confronti del proprio lavoro, dei propri Connazionali, del proprio Paese e dei massimi Vertici della Sanità Italiana .
Il “non fare” per lo scrivente equivarrebbe ad assumersi la responsabilità morale di non aver denunciato una nuova malattia a carattere epidemico ( e la situazione reale equivale e supera in efficienza lesiva anche una malattia epidemica) o peggio di non aver segnalato la presenza di esplosivo nella Casa degli Italiani.
Pertanto lo scrivente, superando la vergogna di poter essere cestinato come visionario e farneticante, sceglie, con tanto imbarazzo, e senza alcuna rivendicazione di ruolo, di inviare la presente, consapevole di non averne il diritto ma solo il dovere, come Italiano e come medico.
Lo scrivente si scusa per il disturbo arrecato, si scusa per aver infranto eventuali protocolli e scavalcato gerarchie che non conosce, e porge i suoi più cordiali e rispettosi
Saluti
Roberto Berti
Posizione Ordine dei Medici di Roma n° 21456