“Il presidente Zingaretti, in qualità di commissario ad acta per la sanità nel Lazio, proceda a riparare all’evidente errore commesso con l’esclusione dalla stabilizzazione del personale precario della Asl di Latina. Con questo obiettivo ho depositato una seconda interrogazione, a risposta immediata, in consiglio regionale, chiedendo quali siano le azioni ed i provvedimenti che, con estrema urgenza, si intendano porre in essere per far sì che i precari della Asl di Latina, e delle altre Asl del Lazio, illegittimamente ed ingiustamente esclusi dal processo di stabilizzazione, vengano, nel rispetto delle norme comunitarie e nazionali, ammessi alle procedure di stabilizzazione con riserva ex art 1, comma 543 della legge 208/2015.
Quanto accaduto, e contenuto nel decreto del 23 dicembre 2016, con l’esclusione dalla stabilizzazione del personale precario che da decenni opera negli ospedali della provincia di Latina è figlio di un macroscopico pasticciaccio a cui si deve, con rapidità, porre rimedio. In gioco c’è, come si evince dalla delibera a firma del commissario straordinario della Asl di Latina n.211/2016, il futuro di 565 tra medici, infermieri e tecnici. Abbiamo letto con estrema attenzione ogni atto a partire dal decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri che prevede la possibilità per gli enti del servizio Sanitario Nazionale di bandire procedure concorsuali riservate al personale che alla data 30 ottobre 2013 abbia maturato negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio, anche non continuativo, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, anche presso enti del medesimo ambito regionale diversi da quello che indice la procedura…”.
E, contestualmente, abbiamo constatato l’importante deroga introdotta dall’art.1, comma 543, della legge 208 del 2015 che ha ampliato la casistica degli aventi diritto alla stabilizzazione, anche ampliando il termine temporale ai fini del raggiungimento dei tre anni facendo rientrare, di fatto, tutti i precari della sanità. Alla luce delle norme richiamate non si comprende, pertanto, l’iter normativo posto in essere da Zingaretti che, in spregio alla normativa comunitaria e nazionale sovraordinate, sta buttando nel baratro le legittime aspettative dei tanti precari che garantiscono i primari servizi dei Lea nella Asl di Latina. E’ grazie a loro, è grazie a questi 565 tra medici, infermieri e tecnici che le lacune create nei nostri ospedali a causa della totale assenza di interventi mirati e risolutivi, vengono colmate.
E’ grazie a loro che i cittadini ricevono cure e assistenza nei pronto soccorso sovraffollati, privi di adeguati posti, con attese che superano le dodici ore a causa della mancanza di procedure mirate a rendere reale l’assistenza territoriale. A causa dell’inutilità, ormai accertata di quelle Case della Salute, che dovevano contribuire anche a drenare i codici bianchi. Zingaretti anche oggi a mezzo stampa annuncia che la situazione della sanità nel Lazio sta tornando nella normalità. Il presidente non se ne è accorto ma siamo ben lontani non solo dalla normalità ma anche dalla garanzia dei requisiti minimi di decenza. Zingaretti è seduto su una bomba. La miccia è stata accesa. E se non interviene con immediatezza risolvendo il caos che ha creato la bomba scoppierà e lui ci è seduto perfettamente sopra”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone. (Fonte: Agenzia Parlamentare)