Indagano i Nas sul caos nei Pronto Soccorso capitolini

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Barelle accatastate, posti letto insufficienti, privacy praticamente inesistente. Pazienti lasciati in attesa anche per due giorni consecutivi. In alcuni ospedali romani è allarme sovraffollamento. Il dato emerge da un’ispezione dei carabinieri del Nas, che in questi giorni stanno controllando a tappeto le strutture della Capitale e dell’hinterland. Molti nosocomi sono in evidente difficoltà nello smaltire il carico delle visite giornaliere. La verifica dei militari è scattata in concomitanza con le festività natalizie e con il picco di gelo, e si è intensificata dopo i fatti di Nola.

Gli investigatori vogliono infatti evitare che nelle strutture di Roma si arrivi al collasso, come avvenuto nel paese in provincia di Napoli, dove due pazienti sono stati fatti sdraiare sul pavimento del pronto soccorso dell’ospedale civile, mentre i medici li visitavano e li curavano. Per il momento, i Nas hanno ispezionato soltanto sette strutture. La situazione è risultata drammatica in quattro. L’insufficienza grave in pagella è scattata per il Grassi di Ostia e per il San Giovanni Battista di Tivoli. La faccenda non è rosea nemmeno al policlinico Umberto I, dove i carabinieri non si sono ancora recati di persona, ma hanno raccolto informazioni e dati sufficienti a decretarne la bocciatura. Non passa il controllo nemmeno il Sant’Andrea. Sovraffollamento da record, ieri, pure al San Camillo Forlanini. Dall’ispezione è emerso che in queste strutture vengono accolti pazienti in eccesso, soprattutto a causa del picco influenzale raggiunto nelle ultime settimane.
Nei pronto soccorso i letti sono occupati ampiamente oltre la norma: in alcuni casi la capienza è superata addirittura del doppio. Solo per fare un esempio: al Grassi, che è attrezzato per ospitare circa 50 persone, i carabinieri hanno contato almeno 80 pazienti. Al momento del controllo del Nas, all’Umberto I c’erano 100 persone, mentre i posti disponibili sarebbero solamente 70. Il record in termini di sovraffollamento spetta al San Camillo. Nella giornata di ieri gli investigatori hanno contato 140 accessi totali al pronto soccorso, a fronte di una capacità massima di 60 posti letto. A causa del picco influenzale e della stagione invernale, il flusso è sopra la media, che comunque è troppo alta: si attesta intono ai 100 accessi giornalieri. Alcuni pazienti sono stati visitati nelle autoambulanze. Nonostante il problema degli spazi, la situazione è stata tenuta sotto controllo e i militari non hanno riscontrato assenze ingiustificate del personale.

Nessuna criticità è stata invece rilevata nel pronto soccorso pediatrico dello stesso nosocomio. «In questi giorni, per le condizioni di sovraffollamento, si è determinato il blocco di oltre 40 ambulanze in tutta Roma e almeno sei al San Camillo, che si sono dovute utilizzare per ospitare i pazienti», ha dichiarato in una nota il segretario provinciale del sindacato degli infermieri Nursind, Marco Lelli. «Anche nelle difficoltà legate a un’attività particolare, legata al picco influenzale, l’organizzazione del San Camillo risponde e garantisce una presenza di personale adeguata per il nostro obiettivo, cioè che i pazienti siano assistiti in situazioni compatibili con un livello accettabile di assistenza», ha invece affermato il direttore generale della struttura, Fabrizio D’Alba.

Bollino verde per un soffio, per il Sandro Pertini, dove il numero dei pazienti è risultato appena entro il limite consentito. Promozione su tutta la linea, invece, al Santo Spirito, dove sono stati rispettati tutti i parametri di legge. I controlli proseguiranno nei prossimi giorni, e a ispezioni ultimate i dati verranno inviati alla Regione Lazio. (Fonte: Online News)