I servizi sanitari, almeno nelle aree ad alto tasso abitativo, escono dalla stagione invernale con un’immagine decisamente perdente. Nel Lazio quest’immagine fa il paio con quelle dei Pronto soccorso stracolmi, delle liste d’attesa per gli esami diagnostici fuori controllo, con le Case della salute che stentano a decollare e con un rapporto d’interazione ospedale-territorio ancora troppo fragile. Le parti sociali accusano l’istituzione regionale, Asl e aziende ospedaliere di sottoporre medici, tecnici e infermieri a turni massacranti anche a dispetto della propria professionalità.
Certo è che dal giuramento di Ippocrate a oggi sono trascorsi 2.500 anni e quei dettami deontologici si sono evoluti con la professione. Agenparl ha intervistato il presidente dell’Omceo di Roma, Giuseppe Lavra. A oggi dottor Lavra in che termini si può parlare di etica comportamentale del medico? “Il codice deontologico si è evoluto nei secoli e così anche negli ultimi cinquant’anni. L’ultima approvazione da parte del Consiglio nazionale Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) è recente. Ci riporta solo al 2014, a Torino. Si tratta di un codice nato dopo un’amplissima consultazione su temi di bioetica, permeata di significativi caratteri morali. Eppure a oggi dovrebbe essere ancora una volta aggiornato. Stiamo parlando della medicina potenziativa, ovvero delle facoltà fisiologiche dell’essere umano, di genetica applicata. E proprio per questi argomenti dovremmo avere l’ambizione di riscriverlo”.
Può accadere che l’offerta sanitaria scarna possa, in qualche maniera seppur lieve, minare l’efficienza professionale del medico? “Purtroppo oggi il medico non agisce da solo. Le attuali organizzazioni del consesso salute e le istituzioni come Regione, Asl, Aziende ospedaliere dimostrano gravi difficoltà gestionali ed economiche. Dal 1978 è stato varato un sistema sanitario nazionale solidaristico, universale che non escludesse nessuno. Possiamo però dire che questo sistema non riesce a fornire servizi di assistenza adeguati. Si può dire che tutti i cittadini sono in grado di farsi curare in modo uguale e non difforme dalle necessità? Non lo possiamo certo affermare perché non tutti i cittadini riescono a coniugare anche a livello economico le stesse risorse. Facciamo qualche esempio di facile comprensione sugli effetti collaterali che questo comporta.
Abbiamo assistito a reparti di Emergenza e Pronto soccorso intasati, ad attese per essere curati di ore e ore, a liste d’attesa per essere sottoposti ad accertamenti clinici di mesi e mesi. Al contempo però il sistema di cure sul territorio non è stato attivato come necessario è naturale che gli ospedali vengono presi d’assalto”.
Il medico a oggi è sempre in grado di operare secondo scienza e coscienza? “Il comportamento etico e la scala dei valori deontologici è sempre rispettata. Parallelamente però nel caso dell’organizzazione del lavoro si può dire di scivolare nella forzatura delle competenze. Nel caso strettamente ospedaliero le aziende dovrebbero organizzarsi per dipartimenti. Questo invece accade solo sulla carta. Nei fatti è il manager che sceglie a chi assegnare le direzioni. E spesso purtroppo la meritocrazia ci rimette. Le direzioni andrebbero attribuite dalla Regione ma è proprio costei che ha delegato i direttori generali, minando l’indipendenza. Ricordiamoci che il comportamento del professionista medico dev’essere considerato rispettoso dell’autonomia, dell’indipendenze e della libertà”. (Fonte: Dire)