Appalti truccati nella sanità laziale. Ispe: “Istituire una postazione anticorruzione in ogni struttura”

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Un’iniziativa “simbolica ma al tempo stesso concreta, per esprimere il proprio impegno contro la corruzione”, spiega Francesco Macchia, presidente Ispe-Sanità, secondo il quale “il fenomeno della corruzione va arginato agendo su più livelli”. Sul piano politico, ma anche con iniziative sul territorio che “sono il cuore dell’attività di sensibilizzazione”.

Nuovo caso di corruzione e turbativa di appalti nella sanità pubblica: i carabinieri del Nas di Roma hanno arrestato nove tra dirigenti dell’Asl e imprenditori e altre dieci persone sono indagate per traffici di influenze e falso. E che gli appalti pubblici siano una spina nel fianco del Servizio Sanitario nazionale, lo rilevava già l’indagine condotta da ISPE-Sanità, Trasparency International italia, Censis e RiSSC nel Rapporto 2016 “Curiamo la Corruzione”, presentata nell’ambito della 1° Giornata nazionale contro la corruzione in sanità. Secondo lo studio condotto sul personale di oltre 250 aziende sanitarie, gli ambiti più a rischio sono proprio le gare d’appalto (82,7% degli intervistati) e la realizzazione di opere (66% del totale).

Quest’anno, in occasione della seconda Giornata Nazionale contro la Corruzione in Sanità, ISPE-Sanità lancia un appello alle Asl/Ao: “Installate una postazione anticorruzione”, un’iniziativa “simbolica ma al tempo stesso concreta, per esprimere il proprio impegno contro la corruzione”.

“Il fenomeno della corruzione – dichiara Francesco Macchia, Presidente ISPE-Sanità -   va arginato agendo su più livelli. Sul piano politico, si dia piena attuazione al nuovo codice degli appalti mentre, nei confronti dell’opinione pubblica, vanno attuate attività di sensibilizzazione che mirino a  rafforzare la consapevolezza e la responsabilità individuali. Le iniziative sul territorio sono il cuore dell’attività di sensibilizzazione e il loro scopo è di consolidare le politiche anticorruzione già in atto nel presidio sanitario, mediante azioni tese a favorire la più ampia partecipazione”.

“In ciascuna struttura sanitaria aderente all’iniziativa – prosegue Macchia – si richiede di installare una postazione anticorruzione, presidiata e ben riconoscibile, gestita da volontari delle associazioni di professionisti dell’area sanitaria e delle organizzazioni di cittadini.”

Presso la postazione, “sarà distribuito materiale informativo e saranno invitati i partecipanti a esprimere il proprio impegno contro la corruzione attraverso un’azione simbolica oppure a dare testimonianza di un esempio virtuoso nell’ambito del nostro SSN”. (Fonte: Quotidiano Sanità)