Dal disavanzo monstre di 2 miliardi di euro, certificato nel febbraio 2007, ai -164 milioni del 2016 e al primo margine operativo positivo (+137 milioni calcolati sullo stesso mese dell’anno passato), traguardato a marzo 2017. Mentre sembra centrato anche il valore “sopra-soglia” rispetto all’adempimento dei Livelli essenziali di assistenza: se nel 2013 la Regione si fermava al punteggio 152 (la soglia minima fissata dal ministero della Salute è 160), la previsione per il 2015 è di 169 punti totalizzati. Ad annunciare la “lieta novella” è il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, durante la conferenza stampa di presentazione dei risultati del tavolo Regione-ministeri affiancanti, sul piano di rientro del debito sanitario. Padrone di casa, a via XX Settembre, il capo di gabinetto del Mef Roberto Garofoli. Che spiega: «Abbiamo accolto con convinzione l’esortazione di Zingaretti affinché si svolgesse qui la presentazione e crediamo sia utile dar atto a un lavoro di 10 anni che ha visto collaborare le istituzioni. Un metodo – ha concluso Garofoli – da utilizzare e applicare anche in altre situazioni: si è deciso infatti di estenderlo alle aziende ospedaliere che si trovano nelle Regioni in piano di rientro».
«Per il secondo anno consecutivo – ha spiegato il governatore Zingaretti, che nella sua attività è affiancato dal sub commissario Giovanni Bissoni – il disavanzo è sotto il 5%, a 164 milioni, ma il margine operativo è positivo. Per la prima volta nella storia della Regione, perché probabilmente se si è creato un tale disavanzo anche prima nel 2005 c’era un problema di sostenibilità del sistema, abbiamo un equilibrio di bilancio che determina un saldo attivo».
Il “premio” per la Regione è «lo sblocco di 327 milioni di risorse premiali che la Regione Lazio potrà utilizzare per pagare i fornitori”, ha dichiarato Garofoli. Mentre sugli organici, prima nota dolente tra i sacrifici affrontati dal Servizio sanitario regionale in questo decennio di austerity, si sta ancora ragionando. Tra 2008 e 2016 sono state falciate via 9.138 unità di personale, con un taglio ai costi nel IV trimestre 2016 rispetto al 2008, pari a 366,3 milioni di euro. La Regione Lazio prevede di rimpolpare gli organici con 2.800 unità di personale tra il 2017 e il 2018, di cui metà sono nuove assunzioni e metà stabilizzazioni di precari. Ma «sul personale – ha precisato il sub commissario Bissoni – non siamo a un punto fermo. È in corso una revisione dei criteri di assunzione e il 4 aprile ci sarà una riunione con il ministero della Salute. Ci attendiamo una rivalutazione significativa e la possibilità di ampliare i numeri». Intanto, nel 2017 per la prima volta dal commissariamento saranno banditi 55 nuovi concorsi per primari. (Fonte: Sole24Ore Sanità)