Secondo la trasmissione di Rai 3 i casi di reazioni avverse al vaccino anti papilloma virus sarebbero stati sin qui “sottovalutati”. Una tesi, questa, nettamente smentita anche dalla Società italiana di virologia: “La correlazione tra gli effetti collaterali del vaccino, che nel servizio venivano attribuiti all’adiuvante chimico e ad altri potenziali contaminanti metallici, è smentita da ricerche approfondite e da studi effettuati su centinaia di migliaia di pazienti”.
È polemica sulla trasmissione di Report, andata in onda ieri sera su Rai 3, dedicata al vaccino contro il Papilloma virus, in cui si parlava degli effetti avversi a questo tipo di vaccinazione contro il tumore al collo dell’utero. Casi che, secondo la trasmissine, sarebbero stati sin qui “sottovalutati”. L’Italia è stato il primo Paese europeo a introdurre il vaccino – ne esistono due tipi, di due diverse case farmaceutiche – ma ottenere la segnalazione di un’eventuale
reazione avversa, secondo il reportage, sarebbe estremamente difficile, nonostante il medico curante per legge sia obbligato a farla entro 36 ore: in ogni caso, i dati dell’Aifa e quelli delle varie Regioni non sarebbero omogenei.
Dopo aver sottolineato, per bocca del conduttore Sigfrido Ranucci, di “non essere contro l’utilizzo dei vaccini”, Report ha dato spazio a voci ‘pro’ e ‘contro’ il vaccino anti Hpv e ricordato come gravi effetti collaterali indesiderati sono stati denunciati in diversi Paesi come Francia, Gran Bretagna e, soprattutto, Danimarca: qui in un reclamo al mediatore europeo, l’Ema è stata accusata di “scarsa trasparenza” e “sottovalutazione” del fenomeno. Ma esiste uno studio della stessa Ema, citato in trasmissione, che nega l’esistenza di legami provati tra la somministrazione del vaccino e le reazioni avverse denunciate.
Dure le reazioni su quanto andato in onda, a cominciare dal presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Walter Ricciardi, che, sul suo profilo Twitter ha scritto: ”E’ bello finire settimana iniziata con antiscientificità a Montecitorio con sospetti faziosi a report rai3. Viva servizio pubblico italiano”. (Fonte: Quotidiano Sanità)