In piazza a Roma sabato 13 maggio per protestare contro “la deriva sociale e culturale che ci sta portando verso lo svilimento del valore del lavoro, a qualsiasi livello”. Così Cristina Patrizi, consigliera dell’Ordine dei Medici di Roma e responsabile della Formazione, intervistata dalla Dire sulla manifestazione sull’equo compenso, che attraverserà la Capitale da piazza della Repubblica, con inizio alle 10, fino a San Giovanni.
Una urgenza per tutti quella di reintrodurre questa misura, non una difesa delle corporazioni. “E’ un po’ quello che vediamo anche con i supermercati aperti sempre e di continuo, di notte e nei giorni festivi- ha continuato- Tutto questo mostra il modo in cui si svilisce la dignità del lavoro, che non si può scorporare dagli esseri umani come fosse un’entità astratta e che per questo ha un suo valore”.
Quanto alla professione medica, la consigliera ha ribadito: “Siamo contrari come Ordine ai ‘supermarket’ della professione. Sono pericolosissimi per i cittadini. Minano la loro salute e sviliscono quello per cui i professionisti impegnano anni di studio e lavoro. Non si può pensare che la qualità non abbia un costo. Accettare questo concetto vuol dire andare verso il degrado. E’ la stessa differenza che c’è- ha proseguito- tra un capo prodotto o venduto da chi non paga tasse, non garantisce qualità e fa lavorare in condizioni disumane, come in molti casi di extracomunitari, o da un italiano che vende il suo prodotto di qualità seguendo tutta la catena di controllo, di correttezza e rispettando le norme fiscali. La vita umana non vale zero”.
Per Patrizi quindi, dietro le istanze della manifestazione del 13 maggio, a cui ha aderito tutto l’Omceo di Roma, c’è anche un tema di carattere generale sul valore del lavoro. E sulla questione della salute pubblica ha lanciato un allarme: “Come possiamo accettare ecografie offerte a 20 euro, quando solo l’apparecchio è costato centinaia di migliaia di euro, oltre all’impegno del professionista che ha studiato anni? Quale governante o cittadino può pensare che questo non abbia un costo?”.
Anche sul Sistema sanitario nazionale e sulla politica dei tagli dei costi, come Ordine e come medici, c’è la preoccupazione che la necessità di tagliare il superfluo possa diventare una trappola per la qualità da garantire ai pazienti. Ciò che la consigliera dell’Omceo Roma alla Dire ha definito “l’hard discount dei Lea, alla ricerca dei costi minimi”. Citando, tra i tanti, l’esempio di un’ernia inguinale che nell’ultima revisione dei Livelli essenziali di assistenza viene rimborsata per 1.100 euro. “Siamo molto stretti con questo rimborso, soprattutto se pensiamo a pazienti che possono avere altre criticità. Si è costretti quindi a non fargli occupare un posto letto. Lavoriamo sui costi degli appalti piuttosto”.
“Ai cittadini- ha proseguito- bisogna fare comprendere che quando si rivolgono a un medico, anche per un certificato, devono avere adeguata qualità perchè quel professionista sta impiegando tempo, i suoi anni di preparazione e deve dare risposte adeguate alla loro salute. E’ una questione di responsabilità. Se un paziente mi porta un’ecografia acquistata a poco e fatta male io devo chiederne un’altra”.
Il 13 maggio “saremo in piazza per tutte queste ragioni. Per lanciare un grido d’allerta: cittadini guardatevi da questo mercato della vostra salute e- ha concluso Patrizi- riappropriamoci del valore del lavoro e dell’essere umano. Il tempo ci darà ragione, speriamo non troppo a discapito della vita dei pazienti”. (Fonte: Dire)