Nel Lazio migliora la qualità delle cure

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I dati elaborati dal dipartimento di Epidemiologia confermano che la qualità delle cure nel Lazio migliora. Qualche esempio? Non esistono più differenze di accesso dovute al livello d’istruzione, né per l’angioplastica, né per il parto cesareo, e migliora anche la qualità della chirurgia oncologica. Buone notizie anche sulla tempestività degli interventi per la rottura del femore

Presentati i dati Prevale, ossia del Programma regionale di Valutazione degli esiti degli interventi sanitari. Si tratta di un atto di trasparenza, di controllo e di governo del sistema sanitario regionale che viene elaborato dal dipartimento di Epidemiologia ogni anno. I dati positivi, che erano già stati rilevati lo scorso anno, sono stati confermati, così come un aumento della qualità delle cure.
 
Conti in ordine e cure migliori. Dopo 10 anni prosegue il percorso per uscire dalla fase di commissariamento. I dati Prevale dimostrano come questo risultato vada di pari passo con quello del rispetto dei Lea, ossia i Livelli essenziali di assistenza sanitaria, dell’innalzamento della qualità e della riduzione delle diseguaglianze territoriali e sociali nell’accesso alle cure. 

In particolare:

Diminuisce la disparità di accesso alle cure. Non esistono più differenze di accesso dovute al livello d’istruzione né per l’angioplastica, né per il parto cesareo. Si tratta di un risultato importantissimo, soprattutto in un momento di debolezza economica delle famiglie che ha ripercussioni inevitabili anche sull’accesso alle cure sanitarie.

Migliora la qualità della chirurgia oncologica. Nel 2015 la Regione ha aggiunto due nuovi indicatori legati alla chirurgia oncologica della mammella. L’intervento ricostruttivo della mammella, dopo quello di asportazione del tumore, è passato dal 48%, del 2015, al 54%, del 2016. Inoltre, il ricorso al secondo intervento a 120 giorni di distanza dal primo si è ridotto passando dall’8.5%, nel 2015, al 6.7%, nel 2016.

Questi sono i 4 principali risultati che dimostrano come tra il 2012 e il 2016 l’offerta sanitartia sia migliorata in modo concreto. 

1.    Femore: aumenta il numero di interventi entro le 48 ore. Questo era uno degli obiettivi assegnati dalla Regione ai Direttori generali delle Asl ed è, infatti, uno dei criteri su cui vengono valutati. In particolare, dal 31% del 2012, si passa al 53% del 2016. Aver aumentato del 22% circa gli interventi entro le 48 ore significa aver migliorato, e spesso salvato, la vita di migliaia persone in questi quattro anni. Inoltre, i tempi ridotti consentono anche di ridurre le possibili complicazioni date dalla mancata tempestività.
 
2.    Angioplastica coronarica, un ottimo risultato. In questo caso, il numero di interventi di angioplastica eseguiti entro 90 minuti dall’accesso passa dal 30%, del 2012, al 47%, del 2016. Inoltre, la mortalità a 30 giorni dal ricovero è passata dal 10% all’8 %  in quattro anni. Un passo importante è stato rappresentato dalle ambulanze telecollegate che consentono di trasmettere l’elettrocardiogramma all’ospedale, prima che arrivi il paziente, riducendo così i tempi di intervento. Questo esperimento è partito a Viterbo e poi è stato esteso in tutto il Lazio e dimostra come il sistema delle emergenze stia diventando più efficiente. 
 
3.    Colecisti, anche qui netto miglioramento. Nel caso di asportazione della colecisti, per i tempi di degenza minori di tre giorni si passa dal 57%, del 2012, al 76% del 2016. Questo dato significa non solo migliorare le cure per i pazienti, ma anche evitare di occupare dei posti letto in modo inappropriato. 
 
4.    Parti cesarei, aggredita questa anomalia del Lazio. I dati del 2016 confermano l’abbattimento della soglia del 30% dei cesarei, dopo molti anni di stasi. Si passa dal 31,4%, del 2012, al 27%, del 2016, registrando un’ulteriore diminuzione rispetto al 2015 (28%).
 
“I nuovi dati sulle cure del Lazio – ha detto il Presidente Nicola Zingaretti – dimostrano e confermano due punti molto importanti: migliorano la qualità delle cure, per fortuna, e c’è più giustizia nell’accesso alle cure”.  

“Per noi migliorare la sanità – ha aggiunto – non significa solo mettere a posto i conti, ma migliorare la qualità delle cure. Inoltre, questi dati sono fondamentali per dimostrare una cosa semplice: cioè che cambiando il meccanismo di funzionamento del sistema si ottengono i risultati, non ce li ha regalati nessuno, sono figli della programmazione, figlio di aver voluto mettere nei contratti dei direttori generali queste richieste per giudicare chi dirige la sanità e oggi possiamo dire che anche quest’anno e il processo di ricostruzione del sistema sta andando avanti positivamente”. (Fonte: Regione Lazio)