Sì al contratto ma non a tutti i costi. Secondo Aldo Grasselli, presidente della Federazione veterinari e medici, «ogni volta che il ministro Madia parla dei contratti del pubblico impiego, insiste perché il governo Renzi-Gentiloni possa firmare entro l’anno». Ebbene, secondo veterinari, medici, farmacisti e dirigenti sanitari «le elezioni incombono e tutto si accelera». «Ma quella che la stessa ministra definisce “una situazione patologica non rinnovare un contratto per cosi tanti anni” – sottolinea Grasselli – non può dar luogo a un contratto in perdita per i lavoratori. In particolare per i dipendenti del Ssn, che hanno fatto specifiche richieste alle quali il Governo e le Regioni non hanno ancora dato alcuna risposta, mentre dalla stampa apprendiamo che non ci saranno aumenti per chi ha un reddito lordo oltre 75mila euro».
Ciò significa, dunque, si domanda Grasselli « che i contratti valgono solo per chi ha uno stipendio massimo di 3000 euro netti al mese e che per un medico o un sanitario con qualche euro in più gli aumenti non ci saranno? 75mila euro lordi sono il massimo di stipendio previsto dal nostro Governo per aver riconosciuto il diritto costituzionale di stipendi proporzionati all’impegno, alla professionalità, alla specializzazione e alla responsabilità dei lavoratori?»
«Forse a Cuba funziona ancora così – conclude il presidente Fvm – . Ma qui per andare a elezioni democratiche i partiti devono inventarsi qualcosa di più gratificante per chi tiene in vita la sanità pubblica». (Fonte: Il Sole24Ore Sanità)