Pubblichiamo il comunicato stampa dell’ordine dei medici circa la ricetta elettronica.
Ricetta elettronica, la protesta dei medici: non siamo ancora pronti
Nel Lazio l’obbligo di “ricetta elettronica” continua a creare difficoltà operative e il sistema informatico presenta lacune che vanno colmate prima di sanzionare i camici bianchi. La denuncia arriva direttamente dall’Ordine dei Medici Chirurghi di Roma che chiede una proroga dei termini inizialmente previsti dal provvedimento di legge e un tavolo tecnico con la Regione per rappresentare i problemi riscontrati nella pratica quotidiana e individuare soluzioni condivise.
Il termine inziale fissato per l’entrata in vigore di tale obbligo è già slittato dal 30 giugno al 1 ottobre scorso e una recente circolare del Tesoro ha richiamato fermamente le amministrazioni regionali a sanzionare i medici in caso di mancato invio. Secondo i vertici dell’Ordine però allo stato attuale, il sistema informatico determina in numerosi casi l’impossibilità di effettuare correttamente e tempestivamente l’invio. Da qui la richiesta di una nuova proroga del termine e di un confronto con gli uffici tecnici della Regione.
La filiera della “ricetta elettronica” è alquanto complessa e segmentata: essa deve giungere al SAC-Servizio di Accoglienza Centrale (gestito dalla SOGEI, dove già afferiscono le certificazioni di malattia) del Ministero dell’Economia e Finanza, passando però prima per il SAR-Servizio Accoglienza Regionale che raccoglie i dati territoriali. La realizzazione dei sistemi di collegamento al SAR è demandata alle singole regioni: quello della Regione Lazio è affidato alla LAIT ed è in forte ritardo. La stessa circolare del Tesoro però non ipotizza sanzioni per le amministrazioni inadempienti. Le sanzioni, in definitiva, ricadono solo sui medici e il disservizio sui loro pazienti.
Per medici ospedalieri e specialisti ambulatoriali, poi è a disposizione una piattaforma online su cui le prescrizioni devono essere inserite singolarmente, compilando ogni volta i dati anagrafici del paziente e selezionando da un menù a tendina il farmaco o la prestazione. Inoltre molte strutture pubbliche sono carenti come hardware, con postazioni obsolete o insufficienti. Anche per i medici di medicina generale (MMG), stante la mole di accessi quotidiani dai loro studi, il sistema non è pratico, quando non addirittura impraticabile. Tanto che la maggior parte ha provveduto ad acquistare a proprie spese dei software per gestire più facilmente l’invio delle ricette al SAC.
“C’è poi il problema dei medici sostituti”, fa notare Alfredo Cuffari, presidente dello SNAMID-Roma, la società nazionale aggiornamento dei medici generali. “Quando essi sostituiscono un MMG non sono abilitati all’accesso per l’invio della ricetta elettronica, quindi dovrebbero usare le credenziali di accesso del titolare. Sarebbe corretto e logico assegnare loro una registrazione personale, attivabile dalle ASL al momento della sostituzione e attivo per tutta la durata della stessa”.