Si tratta di una prima fase di formazione, rivolta a circa 100 professionisti. Il Dg Mostarda: “E’ finito il tempo dei piccoli ospedali, ognuno vicino casa propria, ed è quindi necessario mettere da parte i paradigmi culturali che quella organizzazione portava con sé. Vogliamo un luogo di cura nuovo, non solo per spazi e attrezzature, ma soprattutto in virtù delle competenze umane di coloro che lì lavoreranno ogni giorno”.
Creare una squadra di lavoro efficiente e motivata, sviluppare capacità di problem solving di gruppo, condividere le pratiche di successo. Il team working è stato al centro del terzo incontro organizzato questa mattina nell’aula magna della Asl Roma 6 ad Albano Laziale, nell’ambito del progetto formativo rivolto ai futuri operatori del Nuovo Ospedale dei Castelli.
“Verso il Nuovo Ospedale dei Castelli: modelli e strumenti per il cambiamento culturale e organizzativo”, questo il nome del ciclo di incontri cominciati lo scorso novembre e in programma fino a febbraio 2018, mira a preparare i primi cento operatori, fra medici, infermieri e professionisti sanitari, in vista dell’apertura del primo step della struttura, il prossimo marzo.
L’obiettivo è aggiornare le competenze sui più virtuosi setting assistenziali e sui nuovi modelli organizzativi. Per la prima volta l’apertura di un ospedale viene preceduta da un percorso formativo ad hoc e di elevato standard qualitativo: il progetto è stato sviluppato in collaborazione con prestigiosi partner accademici, la Fondazione Campus Biomedico, l’Università Degli Studi Tor Vergata e la LUISS Business School.
“Stiamo aprendo una struttura che avrebbe potuto essere sul territorio già da vent’anni. E’ finito il tempo dei piccoli ospedali, ognuno vicino casa propria, ed è quindi necessario mettere da parte i paradigmi culturali che quella organizzazione portava con sé”, ha detto oggi agli operatori il direttore generale della Asl Roma 6,Narciso Mostarda, in apertura della giornata di studio. “Dopo dieci anni difficilissimi di commissariamento, lo scenario finalmente è cambiato, possiamo guardare avanti e ricominciare a investire”.
“Il nostro impegno – prosegue il manager – è volto a far nascere un luogo di cura nuovo, non solo per spazi e attrezzature, ma soprattutto in virtù delle competenze umane di coloro che lì lavoreranno ogni giorno. L’aiuto dei nostri partner in questo progetto formativo è valorizzare saperi e competenze, ma anche condurci fuori dalla nostra ortodossia e insegnarci a lavorare come un organismo che pensa e progetta insieme. Per questo il team working oggi è particolarmente importante”. (Fonte: Quotidiano Sanità)