Continuità Assistenziale in Basilicata: verso la soluzione

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Nella seduta del 19 giugno 2018 il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato all’unanimità una proposta di legge sulle “Disposizioni in materia sanitaria”. Il provvedimento ha lo scopo di bloccare le azioni di recupero avviate dalle aziende sanitarie nei confronti dei medici dopo l’iniziativa di contestazione di legittimità della Corte dei Conti.

È quanto fa sapere lo Smi Basilicata che spiega “quindi le indennità aggiuntive di cui all’art. 35, comma 1 dell’Accordo integrativo regionale approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 331/2008, sono da intendersi riconosciute in quanto correlate ai servizi resi da tutto il personale medico operante nel settore delle prestazioni assistenziali della medicina convenzionata a garanzia del miglioramento e dell’integrazione dell’assistenza medica ai cittadini”. 

Le indennità in questione “si intendono finalizzate alla remunerazione di particolari e specifiche condizioni di disagio e difficoltà in cui vengono rese le prestazioni sanitarie al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza”. In attuazione di questa norma (emendamento di Rosa approvato dall’Aula) “non si da attuazione alle procedure per il recupero nei confronti dei medici di continuità assistenziale che hanno percepito le indennità”.

La decisione del Consiglio Regionale della Basilicata arriva – precisa lo Smi basilicata – dopo l’avvio dell’inchiesta della Magistratura Contabile della Corte dei Conti per presunto danno erariale riguardanti alcune indennità assegnate ai medici e concordati nella contrattazione di secondo livello dell’AIR del 2008,  e che dette indennità, va precisato, sono contenute all’interno del fondo sanitario a disposizione, senza alcun sforamento. Per dovere di cronaca,  si tratta delle indennità: di rischio oggettivo (4€/h), legati alla peculiarità del servizio, all’utilizzo del mezzo  proprio (50 centesimi/h) e infine le indennità per assistere la popolazione pediatra  (50 centesimi/h). 

A maggio 2017 la Regione Basilicata aveva “cautelativamente” sospeso le indennità e a settembre 2017 avviata l’operazione di recupero del pregresso che coinvolge oltre 1500 professionisti con somme fino ad 80.000€; a questo odiosa penalizzazione della classe medica si è messo un rimedio con il varo  del provvedimento, proposto da tutti i gruppi consiliari”.

«Lo Smi» dichiara Vincenzo Filitti  Segretario Regionale SMI Basilicata, «plaude  alla politica regionale per questa importante assunzione di responsabilità; un atto dovuto nei confronti di professionisti che rappresentano il Front-Office della Sanità e che oggi comunque continuano eticamente ad erogare le stesse prestazioni ante sospensione  delle indennità». (Fonte: Panorama della Sanità)