No alle accuse contro guardia medica e 118

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PUGLIA, PRONTO SOCCORSO IN TILT PER I TAGLI. NO AD ATTACCHI AL 118 E ALLA GUARDIA MEDICA

 

SMI: I PRONTO SOCCORSO IN PUGLIA IN TILT PERCHÉ LA SANITÀ È VITTIMA DI DURI TAGLI E DELL’ELIMINAZIONE DI NUMEROSI POSTI LETTO

NO ALLE ACCUSE CONTRO LA GUARDIA MEDICA E IL 118, NON POSSONO ESSERE IL CAPRIO ESPIATORIO DI UNA SITUAZIONE INGOVERNABILE

DURA PRESA DI POSIZIONE DELLA DIRIGENZA NAZIONALE DEL SINDACATO DEI MEDICI ITALIANI CONTRO LE ACCUSE RIVOLTE ALLA MEDICINA DEL TERRITORIO PER GLI ECCESSIVI ACCESSI IMPROPRI AI PRONTO SOCCORSO

 

 

Il Sindacato dei Medici Italiani-Smi, ha preso posizione contro le accuse rivolte sui mezzi di informazione da alcuni dirigenti ospedalieri contro le guardie mediche e il 118 per l’eccessiva e impropria affluenza di pazienti nei diversi  Pronto Soccorso della Puglia.

Per Pina Onotri, responsabile nazionale Continuità Assistenziale (guardia medica) dello Smi, assistiamo «a un irresponsabile gioco dello scaricabarile». Per la dirigente Smi, «la sanità dopo gli ultimi tagli alle risorse previste per il settore, territorio e ospedali, alla massiccia eliminazione di posti letto, si ritrova in ginocchio. Ed è nei periodi festivi come quello natalizio che la realtà emerge in tutta la sua brutalità. La gente affolla il Pronto Soccorso, nonostante la presenza di guardia medica e 118, perché vittima di una complessiva situazione di disservizio. Ma anche, talvolta, per una carente educazione a un uso consapevole dei servizi sanitari. Il territorio, è bene ricordarlo, offre professionalità che pur operando in situazioni di grave disagio (sia per le strutture, sia per garanzie lavorative, sia per la sicurezza sempre deficitaria), hanno dimostrato grande spirito di abnegazione e di disponibilità per i cittadini».

«I pronto soccorso in Puglia sono in tilt –conclude Onotri – perché la sanità è vittima dei tagli dei posti letto e delle risorse. Sono, quindi, da respingere le accuse contro la guardia medica e il 118, due settori che non possono diventare il caprio espiatorio di una situazione ingovernabile. I dirigenti ospedalieri che lo hanno fatto, hanno perso un’occasione d’oro per rimanere in silenzio».

Roma, 4 gennaio 2013