Ieri in Regione il dr Palumbo, sub commissario alla Sanità, ha incontrato i sindacati.Per SMI ed FVM presenti il dr Gianmarco Polselli ed il dr. Mariano Sigismondi.
La delegazione FVM (SMI-SIVEMP) composta da Gian Marco Polselli e Mariano Sigismondi ha incontrato il 22/2/2013 il nuovo commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi nel settore sanitario della Regione Lazio Filippo Palumbo. Il commissario dopo aver descritto la situazione economica della regione e la necessità di tener sotto controllo la spesa sanitaria, per portare il sistema in equilibrio nel 2015, ha sottolineato che il suo ruolo scadrà all’insediamento del nuovo governo regionale, in questo periodo scadenze importanti sono rappresentate dalle norme da attuare sulla libera professione intramoenia e la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari mentre vere emergenze sono rappresentate dalla situzione critic del privato accreditato e del personale precario. Le delegazioni sindacali, dopo aver apprezzato il clima di disponibilità e collaborazione del commissario, hanno evidenziato che la vera la criticità del sistema è rappresentata dal precariato che mette a rischio gran parte del sistema sanitario regionale. In particolare sono in grande difficoltà il 118, i pronto soccorso, i servizi di rianimazione e di salute mentale, dove ormai si lavora con personale medico che non riesce più garantire neache i turni ordinari, per cui è necessario un processo straordinario di stabilizzazione. Il regione inoltre è mancata una vera programmazione ma si è proceduto a chiusure di strutture pubbliche, in toto o in parte, come il CTO, il San Filippo Neri e a riduzione di posti letto come è avvenuto al San Camillo in favore di strutture accreditate ed universitarie in modo non programmato e non condiviso con le parti sociale. La delegazione FVM (SMI-SIVEMP) ha infine evidenziato la necessità di procedere alla revisione del rapporto ospedale–territorio, superando la fase sperimentale e non trasparente che ha caratterizzato le iniziative attuate fino ad oggi, per arrivare ad una reale integrazione tra i due settori evitando gli accessi impropri all’ospedale e dando la possibilità ai servizi territoriali di gestire le patologie croniche attraverso servizi e strutture territoriali organizzate dai distretti sanitari.