Sequestrato uno studio dentistico ove l’ odontotecnico esegue prestazioni abusive.
E’ stato poi respinto il ricorso contro il sequestro dello studio medico odontoiatrico, ove operavano anche diversi medici, perche’ l’ odontotecnico vi praticava abusivamente la professione odontoiatrica e gli altri medici sono stati considerati favoreggiatori.
(Cass. N. 35554/2012)
Daniele Zamperini
Un odontotecnico e’ stato indagato per avere eseguito materialmente prestazioni odontoiatriche presso uno studio dentistico di cui era socio; per tale motivo il Tribunale aveva emesso un decreto di sequestro preventivo del centro odontoiatrico, comprensivo di tutto lo strumentario ivi presente.
Malgrado che l’odontotecnico avesse presentata istanza per il dissequestro dello studio, il tribunale aver rigettato la domanda.
L’ odontotecnico aveva quindi presentato ricorso in Cassazione per una serie di motivi, e principalmente sostenendo che il tribunale non si era fatto carico della tutela dei terzi in quanto nello studio prestavano attivita’ altri medici regolarmente abilitati alla professione, nonche’ diversi lavoratori amministrativi, per cui il rigetto della richiesta di dissequestro, andava ad incidere sui diritti costituzionalmente garantiti di costoro, quali il diritto al lavoro e il libero esercizio dell’impresa in capo a terzi.
L’ evento che aveva portato al sequestro, inoltre, era un episodio singolo avvenuto per di piu’ in assenza dei medici che operavano nella struttura, per cui non era corretto considerare l’ intera azienda come destinata strutturalmente alla commissione del reato.
L’ istanza veniva respinta dalla Cassazione per una serie di motivi:
1): L’imputato non era legittimato a difendere gli interessi di terzi (ossia dei medici e degli amministrativi) che prestavano la loro opera nello studio posto sotto sequestro, essendo essi soli, titolari degli interessi specificati, legittimati a farlo
2) La misura cautelare era finalizzata a garantire che il reato non venisse reiterato, impedendone l’uso all’odontotecnico
3) Anche i medici che collaboravano nella società erano indagati per concorso di reato di cui all’art. 348 c.p. per aver consentito all’imputato di esercitare abusivamente la professione di medico odontoiatra, per cui il sequestro era finalizzato anche ad impedire a questi medici la disponibilità dello studio.
Lo studio quindi e’ rimasto sotto sequestro, e restano indagati, oltre all’ odontotecnico (che materialmente aveva commesso il reato) anche tutti i medici operanti nello studio, in quanto presunti favoreggiatori. Sara’ il procedimento giudiziario in corso a stabilire successivamente le singole responsabilita’.
Daniele Zamperini