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PONTECORVO – All’Ospedale una rete distrettuale territoriale Doc      
MERCOLEDÌ 06 MARZO 2013
PONTECORVO - Garantire un’offerta di prestazioni socio-sanitarie più vicine, sia fisicamente che funzionalmente, ai bisogni del paziente. Assicurare una struttura dedicata alla fase del post-ricovero, al fine di evitare sprechi e inappropriatezze. Ridurre l’istituzionalizzazione e favorire il rientro “protetto” del paziente nel proprio domicilio. Il tutto realizzando una rete assistenziale territoriale in cui, per la prima volta, viene coinvolto il medico di medicina generale; figura portante del programma sanitario. Questa la finalità del progetto erogato dell’ospedale distrettuale “Pasquale del Prete”di Pontecorvo (Fr) che prevede, al suo interno, anche il modulo funzionale di “degenza infermieristica”. L’iniziativa è stata promossa e presentata alle Asl locali dalle tre sigle sindacali: Smi-Lazio, Snami e Simet. “Il progetto è dedicato ai pazienti dimessi dall’ospedale per il quale è terminato l’iter diagnostico ma che, a causa delle necessità medio-alte di assistenza, necessita di un ulteriore periodo residenziale per l’assistenza sanitaria”. Lo ha dichiarato Meri Nannucci, segretario provinciale Smi-Lazio, medico di medicina generale e di continuità assistenziale, che ha sottolineato come la struttura sanitaria riguardi, nello specifico, “pazienti temporaneamente non gestibili nel proprio domicilio per mancanza di supporto sociale, che presentano una complessità clinico assistenziale medio alta e con necessità di approfondimenti diagnostici residuali. I pazienti possono essere ricoverati su indicazione del proprio medico di fiducia, qualora necessitino di assistenza continua, sia medica che infermieristica”. Infine, per quanto concerne le dimissioni del paziente, chiarisce Meri Nannucci: “Avvengono dopo il raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano assistenziale e dopo aver valutato la compatibilità clinica del paziente alle dimissioni, il medico e l’infermiere valutano il setting assistenziale di destinazione; ovvero: domicilio, Rsa, Casa di riposo o struttura ospedaliera. Infine viene consegnata una relazione sul programma svolto nella degenza e l’iter da seguire. Pazienti e familiari -Conclude Meri Nannucci – hanno espresso, finora, soddisfazione per l’organizzazione relativa all’offerta sanitaria, che punta ad una concreta e tempestiva riabilitazione dell’assistito”.