Grande soddisfazione dello SMI-Lazio: i medici di Continuità assistenziale e della Medicina dei Servizi pienamente inseriti nei centri vaccinali delle ASL a rapporto orario e con un massimale di 48 ore, come somma degli incarichi professionali. L’adesione dei medici sarà su base volontaria. Un passaggio importante per l’impegno contro la pandemia di due settori della medicina generale troppo spesso dimenticati. Di seguito una sintesi della Riunione del Comitato regionale per la Medicina generale del 12 marzo 2021.
Lo scorso venerdì 12 marzo, dopo esplicita richiesta dello SMI Lazio e a seguito di un comunicato congiunto allo SNAMI, si è riunito il Comitato Regionale del Lazio per la Medicina generale: all’odg la proposta di Accordo per “la partecipazione dei medici di Continuità Assistenziale (CA) e della Medicina dei Servizi (MdS) alla campagna di vaccinazione anti SARS-COV-2”. La sigla Intesa Sindacale non era stata convocata a causa di una comunicazione SISAC che ne stabiliva il recente scioglimento e la conseguente perdita di rappresentatività.
La delegazione SMI era formata da Ermanno De Fazi, Cristina Patrizi e Marina Pace, che hanno garantito la rappresentanza di tutti i settori coinvolti nell’esperienza vaccinale al fine di renderne omogeneo l’impegno professionale. Si sono confrontati, a seguito della esposizione fatta dalla parte pubblica, due linee di pensiero in antitesi tra loro: da un lato SMI e SNAMI, con una serie di proposte convergenti sul riconoscimento del compenso a quota oraria, del raggiungimento di un completamento orario per la CA e la MdS, nonché del rispetto di tutte le norme contrattuali vigenti e riconosciute ai due rispettivi settori della Medicina generale; dall’altro la FIMMG, da subito in contrasto con la parte pubblica, si è posta su una linea molto distante e per molti aspetti ritenuta irricevibile dai dirigenti regionali. I rappresentanti FIMMG, oltre alla forma di pagamento orario non prevista dagli ACN e AIR (40 euro/ora lordi in attività libero professionale, che non prevede la corresponsione delle quote ENPAM), avanzavano ulteriore richiesta del pagamento del numero di vaccini effettuati in ogni ora di attività (secondo quanto previsto nell’Accordo per i medici di Assistenza primaria). La FIMMG, inoltre, non voleva il rispetto di un massimale orario. Come se non bastasse, gli stessi delegati FIMMG hanno proposto di far svolgere le attività vaccinali non nei centri ASL, ma presso le UCP in collaborazione con i medici di base.
Ritenuto insostenibile dalla parte pubblica l’impianto contrattuale proposto dalla FIMMG, si è giunti ad una migliore sintesi rispetto alla quale le sigle SMI e SNAMI hanno ritenuto di poter sottoscrivere la bozza di Accordo. Spieghiamo i dettagli tecnici raggiunti: sia CA che MdS avranno la possibilità di svolgere le attività vaccinali nei centri ASL, con il pagamento a quota oraria di 32 euro/ora (il massimo di quanto è già stato riconosciuto da ACN e AIR) e nel caso in cui svolgano somministrazioni a domicilio a ciò si aggiunge la quota di 18,90 euro per ogni singolo accesso. Visto che molti colleghi hanno un doppio incarico, il monte ore complessivo è fissato in 48 ore settimanali: tale massimale è stabilito dalle normative europee in materia di orario di lavoro e vi concorrono tutte le ore derivanti dalla somma di incarichi professionali compatibili fra loro.
E’ stato inoltre richiesto dallo SMI, al fine di consentire ai medici di base che hanno dato o daranno disponibilità a svolgere vaccinazioni in centri aziendali, di implementare tali strutture ed innalzare i livelli di sicurezza con l’adeguata fornitura di personale e supporti organizzativi.
Riteniamo che questo successo sindacale, che mette sullo stesso piano operativo tutti i settori della Medicina generale coinvolti nell’esperienza vaccinale anticovid, sia frutto di un proficuo lavoro di gruppo a livello nazionale e regionale e di un costante coinvolgimento degli iscritti, che in molte occasioni hanno saputo dare spunti e osservazioni utili alla stesura delle nostre proposte.
Occorre segnalare, per una ulteriore constatazione del livello di consenso raggiunto dallo SMI, che la proposta di Accordo del nostro sindacato è stata sostenuta pubblicamente dalla Segreteria regionale Lazio della Fp CGIL Medici e Dirigenti SSN, sigla che ne ha riconosciuto valore e contenuti anche nel proprio livello nazionale.
Ermanno De Fazi, vice-segretario Smi-Lazio