SMI-LAZIO: VIA ALLA “CASA DELLA SALUTE”, IL NUOVO MODELLO DI RIORGANIZZAZIONE DELL’ASSISTENZA SANITARIA REGIONALE
IL SINDACATO DEI MEDICI ITALIANI DEL LAZIO, ESPRIME SODDISFAZIONE PER IL NUOVO PIANO DI RESTYLING DELLA SANITA’ TERRITORIALE CHE PUNTA ALLA VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE DISLOCATE SUL TERRITORIO
COMUNICATO STAMPA
(Roma, 19 luglio) - Nasce il nuovo modello di riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale nella regione Lazio, denominato: “Casa della Salute”. Lo ha dichiarato il presidente Nicola Zingaretti, il quale ha spiegato che, il nuovo progetto sanitario, non si basa sulla costruzione di nuove e costose strutture ma, bensì, sull’utilizzo e sulla valorizzazione di quelle esistenti, come i poliambulatori e le strutture territoriali (o in fase di riconversione). Nelle “Case della Salute” potranno lavorare in collaborazione: il medico di medicina generale, lo specialista ambulatoriale, ospedaliero o l’infermiere. Inoltre, in situazioni particolari, il paziente potrà rimanere nei locali della “Casa della Salute” il tempo necessario per terapie specifiche, esami strumentali o visite specialistiche. Mentre, in strutture più complesse della “Casa della Salute”, (da definire in relazione al territorio ed alla popolazione), sarà possibile una permanenza del paziente nelle 24 ore, per condizioni in cui prevale il bisogno di assistenza e con oggettive difficoltà ad assistere il paziente stesso a domicilio. «Lo Smi-Lazio si dichiara soddisfatto dal superamento della fase dei progetti isolati, che ha caratterizzato gli ultimi anni e apprezza la volontà di organizzare la risposta ai bisogni sanitari dei cittadini sul territorio, sottolineando l’aumento della richiesta di cure domiciliari nelle patologie croniche e negli anziani», ha dichiarato Gian Marco Polselli, segretario regionale Smi-Lazio. «Si tratta ancora di una bozza del progetto e, il Sindacato, farà avere tutte le sue osservazioni ed i suoi suggerimenti. Riteniamo, infatti, che l’adesione ad progetto da parte dei medicina generale debba essere volontaria e si debbano coinvolgere oltre che l’assistenza primaria anche la continuità assistenziale (ex guardia medica) e la medicina dei servizi; condividiamo la scelta di collocare questa struttura nei Distretti sanitari, mentre chiediamo che non vengano riprodotte situazioni anomale con contratti di lavoro atipici o esternalizzazione del personale». Quindi Gian Marco Polselli ha concluso: «Insomma c’è molto da fare e la promessa di un decreto operativo a settembre, per il momento, sembra un auspicio più che una realtà». Secondo lo Smi-Lazio resta, infine, l’emergenza legata alla carenza dei medici della Continuità Assistenziale. Mentre si dovrà trovare il modo per integrare le nuove “Case della Salute” con le Unità di Cura Primarie (Ucp); indispensabili per capillarità e capacità di risposta ai cittadini.