E’ stato ribadito con forza il valore puramente economico e poco scientifico della nuova Delibera Regionale sulla prescrizione farmaceutica
Molte voci, e tutte molto critiche, si sono levate al convegno tenutosi a Roma il 1 marzo sul problema delle nuove norme deliberate dalla Regione a proposito dela prescrizione farmaceutica. Il tema del Convegno: “La salute in bilico tra farmaco economico e farmaco appropriato”. Un tema certamente di attualità’…
Con la sola eccezione della dottoressa Salotti, in rappresentanza della Parte Pubblica, tenace sostenitrice dei futuri benefici della delibera per le casse regionali, e della sostanziale uguaglianza dei farmaci messi a confronto, si sono levate vivaci le contestazioni.
E’ stato contestato il vantaggio economico: il valore aggiunto della delibera e’ stato infatti valutato (in termini di risparmio economico) di pochi milioni di Euro, irrisorio rispetto al debito complessivo e al disagio che deriverebbe agli utenti e agli operatori sanitari. Danneggiate enormemente sarebbero poi le industri del farmaco che nel Lazio danno occupazione a migliaia di addetti con aumento del Prodotto Interno Lordo Regionale di entita’ assai piu’ elevata. Per risparmiare pochi soldi, insomma, se ne butterebbero via molti di piu’.
Dall’ intervento del Prof Luciano Caprino, Docente Emerito di farmacologia e membro AIFA, è emersa chiaramente la impossibilità scientifica di considerare (come invece vorrebe fare la Regione) sovrapponibili, uguali, comparabili i farmaci appartenenti ad una stessa classe: hanno famacocinetiche diverse, diversi effetti specifici e collaterali, a volte diverse vie di eliminazione ed emivite.
Quindi l’ assunto dela delibera (a meno che non venga sostanzialmente modificata nella sua formulazione) non è applicabile dal punto di vista farmacologico.
Il rappresentante di parte pubblica (che invece ha sostanzialmente affermato che non ci sono farmaci innovativi, e quindi gli eventuali farmaci di nuova immissione in commercio ( procedura obbligata per concertazione europea) sarebbero invece, simili, sovrapponibili, al punto quasi da potersi considerare uguali.
E’ mancato pero’ il contraddittorio diretto, in quanto la dottoressa in questione, dopo la relazione, ha preferito non trattenersi.
Concordi nella critica, pur partendo da aspetti diversi, gli altri autorevoli relatori, dall’ On. Stefano De Lillo, Vicepresidente della Commissione Sanita’ Regionale, al Prof. Giuseppe Del Barone, già Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, al Prof. Daniel Lapeyre, vicepresidente Farmindustria, al Presidente AMI Angelo Filardo