Regione Lazio: pubblicate le zone carenti di Assistenza Primaria (ciclo di scelta) 2023

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Regione Lazio: pubblicate le zone carenti di Assistenza Primaria (ciclo di scelta) 2023 

Pubblicate sul BUR n. 56 del 13 luglio le zone carenti di Assistenza Primaria (ciclo di scelta) per il 2023

Entrando nel dettaglio, nel Comune di Roma sono previste 132 zone carenti, delle quali 32 calcolate al 31 dicembre 2022, come previsto dall’ACN, e 100 calcolate sul numero presunto di pensionamenti nel corso del 2023. Di fatto, quindi, per il Comune di Roma, sono state messe a bando anche le zone carenti che si sarebbero dovute bandire, ai sensi del contratto, nel 2024 ( carenze al 31.12

2023)

Ricordiamo che la Regione aveva chiesto alle Organizzazioni Sindacali  di valutare la possibilità di individuare le zone carenti in base ad un criterio di geolocalizzazione delle effettive carenze sul Comune di Roma nel quale la capienza, cioè la possibilità per i medici in attività di acquisire ulteriori scelte, è ancora ampia, come dai dati condivisi nei Comitati Aziendali delle tre ASL di Roma Capitale, ma nel quale vi sono anche numerose zone periferiche, socialmente critiche e disagiate che rimangono prive di copertura.

Il Sindacato Medici Italiani ha aderito con senso di responsabilità a questo invito facendo proposte concrete (in allegato) e chiedendo di aprire subito un tavolo di trattativa per un accordo incentivante che agevolasse l’apertura degli studi medici nelle aree periferiche di effettiva carenza.

L’iniziativa della Regione è però naufragata per l’opposizione delle altre Organizzazioni Sindacali.

Non si è voluto incentivare, con un adeguato accordo, l’apertura degli studi nelle zone periferiche e socialmente critiche, dove insistono carenze che dovranno comunque essere coperte, pena la perdita di assistenza sanitaria da parte di migliaia di cittadini.

Si è preferito favorire un inutile sovraffollamento di studi di medicina generale nelle zone centrali, a discapito dei medici neoincaricati che avranno difficoltà ad acquisire scelte e dei medici già in attività che ancora non riescono a raggiungere il proprio massimale. Tutto questo senza tenere conto della indispensabile pianificazione delle AFT previste dall’ACN vigente.

Il Sindacato Medici Italiani chiede alla Regione uno stretto monitoraggio della assegnazione delle carenze e l’individuazione di una più efficace modalità di determinazione degli ambiti carenti, nel rispetto delle norme previste dall’ACN, tramite la ricognizione puntuale da parte delle ASL delle aree di effettiva carenza a livello distrettuale e sub distrettuale, che tenga conto dei medici che presentano ancora capienza di iscritti.

Pertanto abbiamo ottenuto oltre il monitoraggio puntuale dello stato di applicazione delle carenze,anche una più puntuale definizione delle stesse e siamo stati gli unici a chiedere incentivi economici e facilitazioni per le zone realmente carenti,  situate in zone periferiche e disagiate.

Tutto ciò, senza  nascondere una viva preoccupazione per la mancata pianificazione della reale e capillare presenza dei medici di medicina generale su tutto il territorio del Comune di Roma e della Regione Lazio, pianificazione che deve tenere conto delle tante variabili in campo, non ultime l’emendamento  legislativo che consente, fino al 2026, l’aumento del massimale di scelta fino a 1000 assistiti per i medici di continuità assistenziale , che ad oggi, nel Lazio e ovunque, ancora attendono ancora l’ applicazione di tale norma,così come pure l’avvio del corso di formazione specifica in medicina generale riservato ad un numero non limitato di medici militari.

Senza una vera e responsabile programmazione non si fa buona sanità. E i cittadini del Lazio meritano una sanità territoriale efficiente così come i medici di medicina generale condizioni di lavoro degne della propria professionalità.