Da SMI Nazionale – Abbaticchio: il ruolo della medicina scolastica per la tutela della salute delle donne e per una genitorialità responsabile

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Il ruolo della  medicina scolastica per la tutela della salute delle donne e per una  genitorialità responsabile

Dichiarazione di Ludovico Abbaticchio Presidente Nazionale Sindacato Medici Italiani

Bari, 6 nov. “Valorizzare il ruolo sociale della maternità e tutelare la salute della donna, così come espresso dalla legge 194, rafforzando anche la rete dei consultori pubblici per sostenere situazioni di fragilità dei cittadini e promuovere una genitorialità sempre più responsabile sono obiettivi che bisogna porsi con più determinazione per tutelare meglio la salute di tutti i cittadini. Basta vedere gli ultimi dati disponibili del Ministero della Salute sull’interruzione  volontaria di gravidanza (IVG); i casi sono nel corso degli anni  in diminuzione ma  risultano essere ancora di numero elevato, essendo nel 2021 in Italia  registrati 63.653  di IVG.
Occorre  sostenere e potenziare i servizi previsti dai consultori, integrandoli ai servizi sociali territoriali. Bisogna valorizzare e supportare i servizi consultoriali, così come sensibilizzare il personale sanitario e favorire l’accesso a metodi contraccettivi: queste sono le strade maestre per una  genitorialità matura e consapevole. Siamo convinti, che in questo ambito,   siano necessarie  misure più efficaci per integrare la funzione  del medico di medicina generale con quelle socio – sanitarie. Per queste ragioni sosteniamo un rapido  ritorno, nel campo della prevenzione,  della medicina scolastica ripristinando il medico nelle scuole e utilizzando l’operato dei medici convenzionati.
I servizi di medicina scolastica possono rappresentare degli straordinari presidi sanitari perché direttamente operanti negli edifici scolastici e a stretto contatto con studenti, genitori e insegnanti e svolgere una funzione socio- sanitaria ed educativa. Per di più  la medicina scolastica  può aiutare lo sviluppo  dell’educazione sessuale. L’Italia, infatti, è uno dei pochi paesi europei a non avere introdotto programmi di educazione sessuale obbligatoria in classe. La Svezia l’ha fatto nel 1955, la Germania nel 1969, Danimarca, Finlandia e Austria dal 1970 e la Francia dal 1998.
Bisogna puntare ad una educazione sessuale finalizzata alla crescita e alla maturazione psico-affettiva e socio-relazionale degli studenti improntata alla conoscenza e al rispetto di sé e dell’altro, alla responsabilità sociale e alla valorizzazione della diversità di genere.
Per tornare  alla situazione delle interruzioni  volontarie di gravidanza nel nostro paese, per la prima volta dal 2011 si registra un aumento del tasso di abortività delle minorenni, dopo una costante diminuzione negli anni precedenti. Un dato che è il risultato del contemporaneo aumento delle IVG delle minori italiane e della diminuzione delle IVG delle minori straniere.
L’attivazione di un nuova visione della salute legata alla prevenzione dell’aborto, alla genitorialità responsabile, attraverso una presenza nuova della medicina scolastica, servirà anche a contrastare l’aumento delle IVG tra le  minori italiane  e  dovrà, inoltre, accompagnarsi all’attivazione di livelli integrati e complementari tra Ente pubblico (servizio sociale, consultori familiari, istituzioni scolastiche, servizi socioeducativi, centri per le famiglie, strutture sanitarie, servizi e sportelli informativi e terzo settore) e soggetti della società civile presenti nelle diverse comunità territoriali.
I pediatri di libera scelta, infine,  che sono abituati a relazionarsi con la scuola in merito a specifiche problematiche sanitarie di singoli studenti, invece, potrebbero avere un ruolo cogente nella prevenzione e nel benessere sociale assumendo un ruolo specifico per  particolari situazioni a rischio sociale. I pediatri potrebbero dedicare un’attenzione specifica alle famiglie più vulnerabili per la formazione genitoriale, per una maggiore divulgazione della tutela della salute, intesa come benessere sociale anche nel mondo dell’infanzia”.

Ufficio Stampa