“Chiediamo una svolta nelle politiche sanitarie per rispondere alla catastrofe che si è abbattuta sul SSN” – Dichiarazione di Pina Onotri Segretario Generale Sindacato Medici Italiani (SMI)
Roma, 1 dic. – “Domani, 2 dicembre il Consiglio Nazionale del Sindacato Medici Italiani terrà i suoi lavori a Napoli per segnalare la grande preoccupazione rispetto alla tenuta del SSN e per le crescenti diseguaglianze che l’autonomia differenziata potrebbe causare nell’esigibilità del diritto alla salute dei cittadini italiani” così Pina Onotri, Segretario Generale del SMI nel presentare l’assise nazionale del sindacato che si terrà sabato 2 dicembre 2023 ore 10-16, presso l’ Ordine Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Napoli e Provincia in via Riviera di Chiaia, 9/C, Napoli.
“La nostra discussione si svolge nel mezzo di una fase complicata per la categoria che vede la proclamazione di giornate di sciopero dei medici ospedalieri e dei sanitari dell’area della dirigenza del SSN a causa di quello che prevede la prossima legge di bilancio 2024. Ad oggi si paventa il taglio del rendimento delle pensioni con l’effetto, per i medici, di una drastica riduzione dell’assegno pensionistico a fronte di elevatissimi contributi versati“.
“La crisi del Servizio Sanitario Nazionale non riguarda solo il comparto ospedaliero ma ugualmente la medicina convenzionata. Basti vedere quali sia l’attuale consistenza della presenza dei medici di medicina generale (dove prevalgono ormai le donne medico), dei pediatri di libera scelta e delle guardie mediche nel nostro Paese. Secondo i numeri di Istat e di Agenas negli ultimi 15 anni di queste tre categorie mediche si sono persi per strada 13788, in pratica è venuto a mancare un medico su cinque. Oggi sono due milioni d’italiani che sono senza medico di famiglia e se questa tendenza continuerà, in tre anni i cittadini senza medico di famiglia saranno 5 milioni in Italia”.
“Davanti a questa vera e propria catastrofe abbiamo bisogno una svolta vera nelle politiche per la sanità da parte del Governo e della parte pubblica. Il rinnovo del contratto della medicina convenzionata è una misura indispensabile e non più rinviabile perché attesa con 3 anni di ritardo, ma le premesse non fanno sperare niente di buono, tanto che si ipotizzano incrementi veramente esigui, che non coprirebbero neanche l’inflazione corrente. Se non s’investirà adeguatamente nel servizio pubblico ci domandiamo, allora, chi fronteggerà la prossima pandemia? I medici e gli infermieri a gettone? Le società che somministrano lavoro interinale? Le cooperative di servizi? I pronto soccorso privati? Tutti questi soggetti hanno come fine ultimo il lucro. Il Servizio Sanitario Nazionale, piuttosto, tutela la salute della persona nel momento del bisogno e per il semplice fatto che si trova sul territorio nazionale, in ottemperanza all’art. 32 della Costituzione.
Siamo d’innanzi, invece, a una volontà politica di spendere 13 miliardi e più di euro per un Ponte sullo Stretto che nella migliore delle ipotesi non servirà a nulla e nella peggiore foraggerà le cosche mafiose locali. È stata prevista, inoltre, una spesa che va dai 4 ai 6 miliardi di euro per l’acquisto di Leopard tedeschi, dispensatori di morte, e non si investe su asset strategici per il Paese come sanità e scuola.
Questa manovra si colloca nel solco tracciato di quelle passate varate da governi di altri colori politici, a testimonianza della volontà bipartisan dello smantellamento del SSN. Oggi nel nostro paese, sempre più, si risponde alla necessità di cure e di assistenza negandole o indirizzando i pazienti verso la sanità privata. Chiediamo una svolta reale nelle politiche sanitarie per continuare a garantire il carattere universale e pubblico del nostro Servizio Nazionale Sanitario”.
QUI la locandina dell’evento.
Ufficio Stampa
https://sindacatomedicitaliani.it/index.php/2023/12/01/comunicato-stampa-onotri_salviamo_ilssn/