Obbligo per i medici di certificare gli infortuni sul lavoro

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Obbligo per i medici di certificare gli infortuni sul lavoro: Incontro con Patrizio Rossi, Sovrintendente Sanitario Nazionale INAIL e il Sindacato Medici Italiani per chiedere la semplificazione!
Dichiarazione di Pina Onotri Segretario Generale SMI e Cristina Patrizi Segretario Regionale SMI Lazio

Roma,18 apr.- “Abbiamo incontrato Patrizio Rossi, Sovrintendente Sanitario Nazionale INAIL, in merito all’obbligo per i medici di certificare gli infortuni sul lavoro così come previsto dall’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) 2019-2021 di medicina generale, recentemente firmato. Abbiamo chiesto l’avvio di procedure semplificate ed in cooperazione applicativa” così Pina Onotri, Segretario Generale SMI e Cristina Patrizi, Segretario Regionale SMI Lazio, danno notizia dell’incontro. “Nello specifico riteniamo che sia utile emettere solo il certificato che documenta l’inizio dell’infortunio, ritendo pertanto non necessario né appropriato il rilascio di altre certificazioni successive che indicano la continuazione della condizione di infortunio o quella della guarigione dall’infortunio medesimo. A questo scopo auspichiamo che venga predisposta una piattaforma digitale per i medici di medicina generale per semplificare tali procedure”. “Abbiamo posto all’attenzione della discussione, anche, la necessità che si avvii un percorso per il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro per i medici di famiglia, ai quali, tutt’oggi, non viene purtroppo riconosciuto. Sosteniamo da tempo, ormai, la necessità stringente che l’infortunio sul lavoro debba essere ampliato ai medici di medicina generale. Abbiamo avviato, in questo senso, una proficua riflessione  sulla possibilità di giungere a una norma per i medici di medicina generale affinché sia previsto un affiancamento alle tutele assicurative ora contrattualmente previste, anche con la tutela INIAL “ aggiungono Onotri e Patrizi.
“I medici sono le figure cardine del Servizio Sanitario Nazionale; garantire diritti e tutele già previsti anche per le altre categorie di lavoratori può rappresentare un efficace rimedio alla crisi della categoria medica” concludono Onotri e Patrizi.