Atto di Indirizzo:SMI dice NO

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Smi, Bozza Regioni impedisce a mmg di tutelare salute cittadini

 

«Speriamo che le regioni ci ripensino, c’è il rischio di buttare via la storia della sanità di questo paese». Maria Paola Volponi, responsabile sanità territoriale del Sindacato Medici Italiani, attende come tutti i medici di famiglia le decisioni dei governatori delle regioni, che oggi a Roma s’incontrano, sull’Atto d’indirizzo, da pubblicare forse già venerdì. Tra i nodi evidenziati dai mmg: la regionalizzazione spinta delle aggregazioni, il taglio del 30% dello stipendio da destinare a nuove modalità di lavoro, l’affidamento di pezzi di assistenza a personale degli ospedali dismessi, l’abolizione del rimborso del sostituto per il medico sindacalista. «Se l’Atto passa com’è inizieremo un’opposizione dura – afferma Volponi – Smi dice no all’obbligo di partecipare alle forme associative decise regione per regione. Saremo in balia di 20 sistemi sanitari, alcuni avanzati e altri no, chiedo che almeno mi cooptino al tavolo a discutere. Il sindacato dei medici là interpreta i bisogni di salute, come l’amministrativo per conto del politico interpreta altre istanze dell’elettore». Poi c’è la partita economica. La convenzione è a costo zero, i medici non avrebbero aumenti per i loro sacrifici, «anzi indennità di gruppo, informatica e per il personale sarebbero ridistribuite in ogni regione entro un anno dalla firma dell’accordo nazionale. Ora, in alcune regioni finiremo nelle brutte copie degli ospedaletti della legge Mariotti, in altre non avremo nemmeno questa chance e i nostri soldi saranno reinvestiti su altro personale. E poi, una volta che si legasse una parte del nostro stipendio al lavoro nella casa della salute, magari per fare da “pronto soccorso minore”, tenere il piccolo studio decentrato potrebbe diventare antieconomico. Con buona pace dei nostri pazienti, che resterebbero in balia …dei burocrati».