Urgenza, responsabilità e presa in carico: il ruolo del medico e dei servizi. Questo il focus del Convegno organizzato il 22 marzo a Frosinone dallo Smi, Fvm-Lazio e dalla società scientifica Siameg, attraverso un vero e proprio excursus della sanità ciociara. Durante l’incontro è stato messo in evidenza il ruolo fondamentale del medico, quale garante della salute dei cittadini sia nelle situazioni di urgenza, che nei percorsi di presa in carico di patologie croniche; ma, al tempo stesso, soggetto oberato da enormi ed incombenti responsabilità. Secondo Gian Marco Polselli, segretario Smi-Lazio: “Nella provincia di Frosinone la chiusura parziale o totale degli ospedali di Anagni, Pontecorvo e Alatri, ha posto le condizioni di un ripensamento dell’assistenza territoriale”.
Basti pensare che a Pontecorvo è attiva, da tempo, una Unità di Cura Infermieristica, con la partecipazione dei medici di medicina generale, presso cui possono essere ricoverati 15 pazienti non acuti. “Questa esperienza, voluta fortemente dallo Smi-Lazio, fornisce un servizio di assistenza importante per la popolazione”, ha sottolineato Gian Marco Polselli. “tanto più importante per la collaborazione tra medici convenzionati di medicina generale ed il personale dipendente”. La trasformazione di Pontecorvo in “Casa della Salute” è, pertanto, una grande occasione per fornire alla cittadinanza servizi specialistici e percorsi di cura per patologie croniche; lo Smi-Lazio critica, però, il progetto di utilizzazione delle Unità di Cura primaria (Ucp), in cui i medici di medicina generale dovrebbero essere utilizzati sia per la cura dei propri assistiti che, contemporaneamente, per le urgenze. “Chiediamo, invece”, chiarisce Gian Marco Polselli, “che vengano utilizzati i medici di medicina generale con pochi assistiti ed i medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) in attività diurna, per rispondere alle esigenza dei cittadini affetti da patologie croniche (come il diabete, la broncopatia cronica, etc.) e per le urgenze”.
Per il Segretario Smi-Lazio: “Anche la situazione dei servizi di salute mentale è in grave sofferenza”. Infatti, nei servizi territoriali ormai “lavorano solo una ventina di psichiatri, ed anche in questo caso la risposta alle urgenze psichiatriche deve essere condivisa con i medici di medicina generale. Questo è più evidente nelle ore notturne e nei giorni festivi nelle quali l’intervento sul territorio è di completa pertinenza dei medici di continuità assistenziale, senza adeguata formazione e coordinamento”. La particolare realtà della psichiatria è evidenziata infine dalla allocazione del Spdc (servizio psichiatrico ospedaliero) in locali esterni al nosocomio di Frosinone, nonostante i requisiti di sicurezza prevedano che il reparto sia all’interno di un presidio dotato di servizi strumentali, specialistici e di laboratorio”.
Infine, Gian Marco Polselli ha evidenziato che, in occasione del convegno odierno hanno portato “una preziosa testimonianza il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani ed il presidente della provincia, Giuseppe Patrizi. I vertici della Asl non sono intervenuti, e questa è da ritenersi una occasione mancata di confronto e di verifica della situazione vissuta dai medici che operano nel territorio”.