Questo l’auspicio espresso dal ministro nel messaggio inviato al convegnoorganizzato dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana sul tema dell’Innovazione nelle cure primarie. Per Lorenzin, le Regioni dovranno “valorizzare tutte le professioni coinvolte perché il cittadino abbia dei riferimenti appropriati e possa contare su una squadra che, lavorando in modo sinergico, costituisca per lui una vera e propria rete di protezione”.
“Mi auguro che il Patto per la Salute possa costituire una adeguata cornice generale nell’ambito della quale le Regioni potranno definire i propri modelli organizzativi, in conformità agli indirizzi introdotti in materia dalla legge 189/2012”, la cosiddetta “Legge Balduzzi”. Ad affermarlo è stato il ministro della Salute,Beatrice Lorenzin, nel messaggio inviato al convegno organizzato dalle Regioni Emilia-Romagna e Toscana sul tema dell’Innovazione nelle cure primarie, che si è aperto oggi a Bologna e che andrà avanti fino a domani (vedi il programma).
Si tratta del secondo appuntamento promosso da Emilia Romagna e Toscana sul tema, dopo quello di giugno 2013 e concentrato sulle esperienza di queste sole due Regioni. Questa seconda edizione, invece, mira a fare il punto sulle cure primarie in Italia dando voce anche alle esperienze delle altre regioni. Saranno infatti presenti gli assessori alla Salute di 5 Regioni: Luca Coletto (Veneto), Lucia Borsellino (Sicilia),Carlo Lusenti (Emilia-Romagna) e Luigi Marroni (Toscana), Walter Bergamaschi che interverrà al posto di Mario Mantovani (Lombardia).All’ampia platea di partecipanti delle diverse realtà regionali, Lorenzin ha voluto inviare un messaggio di saluto ma anche di indirizzo. Del resto, ha sottolineato il ministro, “il nostro Paese ha individuato nella riorganizzazione delle cure primarie uno dei principali obiettivi di miglioramento del nostro Ssn, insieme al rilancio della prevenzione e a una riorganizzazione della rete ospedaliera che promuova l’alta specialità, i centri di eccellenza, lo sviluppo delle reti ospedaliere, il ridimensionamento del numero delle strutture e dei posti letto a favore dell’aumento dei volumi di attività”.
Per Lorenzin, dunque, “sul territorio il cittadino deve trovare una risposta efficiente e appropriata alle proprie esigenze assistenziali. Il territorio è il luogo in cui si rende concreta l’integrazione e la continuità tra i vari servizi sanitari e sociali, integrazione indispensabile per affrontare le nuove sfide e realizzare un’efficace promozione della salute e una presa in carico globale dell’assistito: questo è possibile solo facilitando la comunicazione tra servizi e professionisti ed assicurando una visione olistica del paziente che nasce anche dalla conoscenza della sua storia personale. Il riordino delle cure primarie – ha proseguito Lorenzin – deve rendere concretamente realizzabili tali obiettivi e rilanciare il ruolo del secondo pilastro della sanità attraverso la valorizzazione dell’alto numero di professionisti interessati, dei processi assistenziali loro affidati, nonché sulla presa in carico della multimorbilità”.
In questo senso, l’auspicio del ministro, è che nelle diverse forme aggregative “siano valorizzate tutte le professioni coinvolte perché il cittadino abbia dei riferimenti appropriati e possa contare su una squadra che, lavorando in modo sinergico, costituisca per lui una vera e propria rete di protezione”. Ma importante, per Lorenzin, sarà anche “il ruolo delle nuove tecnologie, sia come disponibilità di strumenti diagnostici, con effetti positivi anche sul governo delle liste d’attesa, che per le nuove possibilità di gestione e trasmissione delle notizie cliniche, nel rispetto della privacy, fino all’attivazione di interventi di telemedicina”. (Fonte: Quotidiano Sanità)