Smi-Lazio: Focus sul futuro Accordo Collettivo Nazionale per la Medicina Generale. Consulta il Documento

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Il 24 marzo la Commissione Salute delle Regioni, ha dato il via libera alla bozza dell’Atto di Indirizzo per il rinnovo dell’Accordo Collettivo Nazionale (Acn) dei Medici di Medicina Generale. Lo scenario che si preannuncia è composto dall’associazionismo, attuato per mezzo delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e dall’Assistenza delle Cure Primarie, garantita soltanto nella fascia oraria 8-24 (modello H16). Mentre il servizio notturno sarebbe affidato, esclusivamente, al 118. Sulla base di queste indicazioni la SISAC potrà dare avvio alla riapertura delle trattative contrattuali.

“Sebbene siamo ancora in una fase preliminare, lo SMI-Lazio non ritiene prematuro rendere nota la propria posizione”, afferma Ermanno De Fazi, vice segretario Smi-Lazio, “ovvero: non essere disponibile a sostenere pubblicamente qualsiasi ipotesi che conduca il contratto verso l’istituzione di modelli organizzativi H16, che implicano l’eliminazione del Servizio di Continuità Assistenziale (CA) nelle ore notturne e lasciano il solo Servizio di Emergenza Territoriale (dalle ore 24 alle 8) a far fronte ai bisogni di salute della popolazione con un organico del tutto insufficiente”.

Per il Sindacalista, infatti: “Oltre ad essere disfunzionale, per non dire inappropriato, tale modello porterebbe ad un aumento esponenziale del precariato e ad una consistente perdita di posti di lavoro nella CA, un settore che ha sempre avuto il riconoscimento legislativo di Livello Essenziale di Assistenza. Inoltre, sarebbe pressoché impossibile raggiungere, nelle AFT, quell’elevato grado di integrazione professionale, di unicità contrattuale ed economica che sottende la piena realizzazione del “Ruolo Unico”, da sempre idea prevalente ed irrinunciabile dello SMI“.

La Segreteria SMI-Lazio, con grande univocità di opinione, ritiene che l’impegno profuso dal Sindacato nelle trattative nazionali debba prevedere come esito conclusivo anche la “mancata firma” dell’ACN, qualora il testo si mostri palesemente contrario alla visione della politica sanitaria e lesivo della dignità dei medici e delle loro prospettive professionali. E’ necessario, dunque, chiarire il valore di quest’ultima nostra posizione alla luce della sentenza della Corte Costituzionale del 23 luglio 2013, n. 231, con la quale si dichiara illegittimo l’Art. 19 Comma 1, lettera b) della legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori), che limita la rappresentanza al solo ambito “delle Associazioni sindacali che siano firmatarie di contratti collettivi di lavoro applicati nell’unità produttiva”.

Questa importante sentenza, estensibile ad ogni ambito contrattuale dei medici, di fatto, privilegia la partecipazione attiva alle trattative piuttosto che la semplice sottoscrizione del contratto.

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Quindi Ermanno De Fazi, conclude: “Per essere veramente rappresentativo, un Sindacato non deve limitarsi a firmare un Accordo Collettivo Nazionale ma, laddove le condizioni siano ritenute peggiorative per i lavoratori che rappresenta, deve astenersi dal siglare l’Accordo stesso”.

La Segreteria Organizzativa Maria Teresa Muraca comunica a tutti gli iscritti che, in ogni fase della delicata trattativa, lo SMI-Lazio non farà mancare, a livello nazionale, il proprio apporto di idee ed esperienza, rendendosi disponibile a formulare ipotesi alternative e più rispondenti alle esigenze territoriali della propria Regione, nonché a contribuire alla scelta delle forme di tutela ritenute più appropriate per i tutti medici rappresentati. 

Consulta la Bozza dell’Atto di Indirizzo del nuovo Acn

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