Quello del sonno e delle ore di sonno perse per i turni di notte tra i professionisti sanitari è un argomento piuttosto caro al British Medical Journal, che dopo aver lanciato allarmi di vario tipo, torna questa settimana sull’argomento proponendo una serie di consigli su come recuperare le ore di sonno perse tra un turno di notte e l’altro. A tutto beneficio della salute dei turnisti e della sicurezza dei pazienti.
Dormire abitualmente meno di sette ore per notte è un disastro per la salute e il benessere di un individuo. La scienza lo ha stabilito con chiarezza e lo ribadisce ad ogni piè sospinto. Ma la realtà è che il mondo occidentale, come ricorda Fiona Godlee, direttore del British Medical Journal, vie nel pieno di un’epidemia di insonnia. E questo non fa che aumentare il rischio di depressione, ansia, demenza, ictus, cardiopatie, obesità, cancro, diabete e incidenti stradali. Ma al di là dei teenager e degli adulti che tirano tardi su internet o davanti ad un videogioco, c’è chi al sonno è costretto a rinunciare per contratto. Tipicamente medici e infermieri.
Lo scorso anno, sempre il BMJ pubblicava un articolo dal titolo polemico: ‘Rischio e fatigue: i conducenti dei treni sono più sicuri dei medici?’ attirando l’attenzione sul fatto che la stanchezza gioca brutti scherzi sulla capacità di giudizio di una persona, qualunque sia il suo lavoro. Gli autori rivolgevano dunque un appello ai medici perché vigilassero sulla comparsa di segni di stanchezza non solo su loro stessi ma anche nei confronti dei loro colleghi; stessa raccomandazione veniva rivolta ai dirigenti delle strutture ospedaliere perché si assumessero la responsabilità di quanta stanchezza vanno accumulando i loro sottoposti.
A distanza di circa un anno dall’allarme lanciato da questo studio, Helen McKenna e Matt Wilkes avanzano una proposta concreta, evidence-based, di una possibile ‘strategia del sonno’ per chi fa i turni di notte. Con tanto di infografica che l’editor di BMJ consiglia di stampare e appendere alla parete dello studio.
Questi i consigli per sopravvivere (e far sopravvivere) ai turni di notte in sicurezza:
Giorno prima del turno di notte: obiettivo: minimizzare il debito di sonno
· dormire e svegliarsi naturalmente (cioè senza la sveglia)
· evitare di prendere il caffè del mattino
· fare un sonnellino pomeridiano di circa 90 minuti (per completare un ciclo del sonno), tra le 14 e le 18
Durante il turno di notte. Obiettivo: aumentare la performance
· mantenersi attivi
· se possibile fare sonnellini di 10-20 minuti durante la prima parte del turno di notte
· prendere un caffè prima del riposino, ma far sì che sia l’ultimo caffè della notte
· evitare di assumere sostanze per restare svegli, per i possibili effetti collaterali
· consumare un pasto leggero
· affidarsi a delle check list nello svolgimento di compiti critici, per ridurre i rischi inerenti alla ridotta performance da stanchezza
Nelle ultime ore della guardia notturna, prima di tornare a casa:
· evitare caffeina e nicotina
· evitare l’esposizione alla luce piena uscendo dall’ospedale (indossare un paio di occhiali da sole, anche se è nuvolo)
· considerare di tornare a casa utilizzando i trasporti pubblici, anziché mettersi alla guida
Nei giorni tra un turno di notte e l’altro. Obiettivo: minimizzare il debito di sonno
· cercare di andare a dormire il più presto possibile
· prima di prendere sonno, evitare luci forti, schermi luminosi, alcolici
· dormire in una stanza al riparo dai rumori e tranquilla
· accettare il fatto che qualunque tipo e durata di sonno (anche quello frammentato o abbreviato) è sempre meglio che niente e massimizzate il tempo dedicato al sonno
Fare un ‘reset’ dopo un turno di notte. Obiettivo: rispristinare il normale ritmo del sonno
· cercare di dormire 90-180 minuti subito dopo il turno di notte
· uscite di casa quando vi svegliate
· la sera, cercate di andare a letto all’orario abituale
· evitare di dormire ancora durante il giorno, nei giorni seguenti. (Fonte: Quotidiano Sanità)
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